Il recente maltempo, con i molti danni causati, ha nuovamente evidenziato lo stato di abbandono in cui versa San Leone. Gli appelli lanciati a tutte le autorità perché ci si rimboccasse le maniche in tempo utile prima dell’estate stanno in gran parte rimanendo lettera morta.
E se sul Lungomare da un lato si è assistito alla tanta agognata potatura delle palme e degli oleandri (questi ultimi letteralmente “stiddrati” forse per non doverli potare di nuovo nei prossimi anni), se stamattina finalmente per la prima volta da decenni San Leone appariva sgombra di ambulanti abusivi e se Girgenti Acque ha fatto alcune (per la verità ancora molto poche) delle opere indispensabili per tentare di risolvere la questione delle acque reflue ( ma quando lo completano il cantiere in piazzale Aster???), di contro il quartiere continua ad essere ben al di sotto di quelle che dovrebbero essere le sue condizioni normali.
Il primo problema che salta all’occhio è quello del porticciolo turistico che, oggi di competenza del Demanio Marittimo, già da anni è in stato di abbandono. Tanto che ancora oggi porta i segni delle mareggiate di tre anni fa a cui si sono aggiunti quelli causati dal maltempo di ieri.
E sempre il maltempo, e non solo quello più recente, ha evidenziato come la struttura delle rete delle acque nere sia ancora assolutamente inadeguata. Tombini che esplodono e fiumiciattoli sospetti hanno creato il legittimo sospetto che acque bianche e nere potrebbero essere (fatto assai grave) ancora interconnesse. Per non parlare dei tombini in stile post-nucleare che svettano a Mare Nostrum.
Ed ancora, sempre in stile post-apocalittico, meritano di essere citati quasi la totalità dei chioschi sul viale delle Dune che, nell’attesa che vengano ripristinati in fretta e furia a giugno, assomigliano tanto a grandi cumuli di fasciame piaggiati dalle bufere.
Infine, da davvero non ultime, meritano una citazione le strade del quartiere dove le buche, talvolta voragini se non verranno riempite in tempo in estate non lasceranno scapo, c’è da scommetterci, ai tanti motociclisti che affolleranno la nostra frazione balneare.
A questo punto, a soli cinquanta giorni lavorativi circa prima del periodo balneare, non si può che rinnovare l’invito a tutte le autorità territoriali affinché si adoperino con celerità per cercare di restituire dignità a San Leone. Insomma, vogliamo vedere gli operai al lavoro…subito!