“Abbiamo vinto il campionato con grandi sacrifici personali ed economici! Ci sono state promesse delle cose che ancora oggi stiamo aspettando. Se entro il 15 maggio non ci saranno delle certezze, non iscriveremo la squadra al prossimo campionato di serie D!”
Nel primo sabato veramente primaverile di aprile, il cielo sullo stadio Esseneto diventa improvvisamente cupo, plumbeo. Tuoni, fulmini e saette!
A parlare, anzi a tuonare, è il presidente dell’Akragas Silvio Alessi che, alla vigilia della festa organizzata dai tifosi biancazzurri, per la splendida promozione ottenuta, che inizierà subito dopo il triplice fischio finale dell’incontro contro il Gemini, spiattella senza mezzi termini e senza celare amarezze e accuse, che “qualcuno non vuole il bene dell’Akragas e non vuole che si faccia calcio ad Agrigento”.
“Avete visto le condizioni dell’erba? E’ gialla! Qui si sono buttati al vento 45mila euro di soldi pubblici per rifare il manto erboso, e per non spendere altri 1000 euro di manutenzione, si rischia di dover rimescolare tutto. Sia chiaro – ha detto Alessi – che noi non chiediamo soldi all’Amministrazione: chiediamo solamente di essere messi nelle condizioni di lavorare dignitosamente. Non è possibile avere una campo in queste condizioni, con le caldaie che non funzionano, con la muffa sulle pareti e con l’acqua che s’infiltra dai tetti. Come facciamo ad ospitare squadre del calibro del Cosenza, del Messina, in questa situazione? La tribuna stampa è pietosa, non è giusto che anche voi giornalisti non possiate essere messi nelle condizioni di lavorare”.
Insomma, è passato un anno da quando Zambuto aveva incontrato presidente e mister che avevano chiesto di risolvere problematiche. “Sembrava ben disposto” ha detto Rigoli, “Si – ribatte Alessi – ma stiamo ancora aspettando”.
Il presidente spezza una lancia a favore del sindaco: “Il problema non è soltanto il primo cittadino: lui è contornato di collaboratori, dirigenti, che a delle nostre precise istanze, ci hanno invitato senza peli sulla lingua ad andarcene a giocare da qualche altra parte. Noi abbiamo fatto tanti sacrifici, tanti imprenditori sono disposti ad entrare in società per finanziare il prossimo campionato che sarà molto più dispendioso di questo, abbiamo contattato anche squadre di serie A per far venire dei giovani a giocare qui, ma senza una struttura adeguata e con certa gente che non vuole che Agrigento abbia una squadra in categorie importanti, non siamo disposti a rimetterci ulteriormente. Preferisco dedicarmi alla famiglia”.
Messaggio chiaro, preciso che non lascia scampo a fraintendimenti: “Ognuno si assuma le proprie responsabilità! Noi oggi siamo quelli che hanno vinto il campionato, abbiamo portato qui giocatori che ci invidiano da Roma in giù, se è il caso vogliamo uscire da vincenti”.
Qualcuno ha qualcosa da obiettare?
Ora la festa può cominciare!
La conferenza stampa – 1 parte
La conferenza stampa – 2 parte
La conferenza stampa – 3 parte