Grazie principalmente agli sforzi degli operatori privati, il Turismo di Agrigento nel 2012 ha dato lievi segnali di ripresa, significativamente in controtendenza alla crisi economica che flagella globalmente ogni settore economico ed in particolare quelli dei generi voluttuari. La filiera del Turismo oggi è l’unica che, nonostante la crisi, non chiude, ma che anzi sta sostenendo la modesta economia del nostro territorio. Il tutto grazie ad un drastico calo dei prezzi delle strutture alberghiere ed un notevole innalzamento della qualità nell’ospitalità offerta.
Grandi sacrifici degli imprenditori del settore che però hanno consentito di contrastare un trend di mercato nettamente negativo.
Il dato principale che emerge infatti dalle statistiche relative all’anno appena trascorso è che le visite alla Valle dei Templi, principale risorsa turistica dell’area, nel 2012 hanno registrato una flessione dell’8,32 % rispetto al 2011, con un flusso complessivo annuale di 50.344 visitatori in meno.
Invece da punto turistico-ricettivo il 2012 si è chiuso con un incremento complessivo pari al 6,37%, per un totale di pernottamenti aggiuntivi pari a +24.160, rispetto al 2011, che già era stato positivo rispetto al 2010.
In particolare si è registrato un leggero incremento dei pernottamenti dei turisti provenienti da quasi tutte le regioni e ciò ha portato il numero delle presenze complessive da 378.997 nel 2011 a 403.157 del 2012.
Questo dato è il frutto sia dell’incremento degli arrivi pari a +2,20% per un totale di 4.734 turisti in più che hanno deciso di pernottare ad Agrigento che di una leggera crescita della permanenza media che è passata da 1,76 notti a persona del 2011 a 1,83 notti a persona del 2012.
Andando agli anni passati , nel 2006 la permanenza media era di 1,49 notti alberghiere per arrivo, nel 2007 la permanenza media è scesa a 1,46 notti alberghiere per arrivo, nel 2012 la permanenza media è poi risalita a 1,83 notti alberghiere per arrivo (+25,5% rispetto a 5 anni fa).
Si tratta di piccoli passi avanti nel dato della permanenza media, solo lo +0,07% nel 2012, ma che comunque fa crescere i pernottamenti alberghieri.
Se poi questo risultato lo si confronta con il dato negativo dei visitatori della Valle dei Templi, si può affermare che il livello dell’incidenza qualitativa dell’impatto turistico sul territorio è certamente con un saldo positivo.
Insomma, tanti turisti hanno deciso di trattenersi qualche giorno in più per visitare altre risorse del nostro territorio.
Andando ad un’analisi ancora più dettagliata, possiamo rilevare altresì che l’incidenza dei flussi turistici internazionali è pari a circa il 58%, con circa 127.475 arrivi , su un totale di 220.372.
Il restante mercato italiano vede al suo interno un buon 18% di Siciliani per un totale di 40.469 arrivi su un complessivo di 92.897 connazionali.
La permanenza media vede una migliore performance nel mercato italiano che raggiunge 1,97 notti alberghiere per turista soggiornante contro 1,72 degli stranieri.
Il merito di questo risultato va cercato sicuramente negli sforzi quotidiani degli operatori
privati che, singolarmente e in modo consortile, come avviene ad esempio con il Consorzio Turistico Valle dei Templi, pongono in atto le quasi uniche attività promozionali del territorio.
“Un grosso sacrificio realizzato soprattutto sulle spalle delle strutture alberghiere – spiega Gaetano Pendolino, Amministratore di Piano del Distretto Turistico Regionale Valle dei Templi -. Hanno sostenuto il peso promozionale della destinazione ed hanno anche operato sul miglioramento dell’offerta vincendo anche la competizione di altre destinazioni siciliane e mediterranee nonostante la pesantissima crisi economica che dal 2008 si è abbattuta su tutti i mercati internazionali”.
Una guerra, come si diceva,combattuta anche sul miglioramento dei servizi resi al turista all’interno di ogni struttura a fronte di un drastico taglio delle tariffe che in alcuni casi sono diminuite persino del 50%. Va notato inoltre come nella filiera turistica il peso più importante continuano ad averlo le strutture ricettive alberghiere circa l’88% contro poco più del 7% ai B&B ed il resto altre strutture (residence, camping altri).
Si tratta di investimenti importanti che hanno eroso fondi faticosamente risparmiati negli anni e che oggi non sempre vengono remunerati. Tali investimenti da parte degli operatori privati rappresentano un atto di coraggio fatto guardando con speranza ad orizzonti temporali molto più estesi. Sperando in un futuro di sviluppo in cui il peso della promozione del Turismo non pesi solo sui privati, costretti persino a farsi perdonare di tutte le manchevolezze del territorio.
“Il turismo – conclude -, essendo l’unica opportunità per questo territorio, va sostenuto e quindi anche agevolato in un momento storico del nostro territorio ove il buio non ha più colore ed ove nessuno propone nulla di realmente valido ed alternativo. Quindi si chiede un intervento dinamicamente operativo al fine di ridurre il pesantissimo peso fiscale anche locale (IMU-TARES ex TARSU, ACQUA, ecc.) attualmente sovraccaricato su l’unica industria che continua ad operare con il rischio però di una prossima implosione se si continuerà ad operare indiscriminatamente soffocandola piuttosto che sorreggerla”.