Lunghi e calorosi applausi di un pubblico competente e davvero coinvolto hanno accompagnato la magnifica esibizione del duo Capodicasa – Saccà impegnato nel concerto che si è svolto venerdì 19 aprile alla Casa Sanfilippo organizzato dall’ente Parco Valle dei Templi nell’ambito della stagione concertistica “I venerdì nella valle”. Variegato e sicuramente impegnativo il programma ben concepito dai due musicisti siciliani dal talentuoso curriculum (Rita Capodicasa, agrigentina, brillante diploma e studi con i migliori pianisti italiani ed europei nonché una consistente attività concertistica, e Roberto Saccà, messinese, perfezionatosi all’Accademia di S. Cecilia di Roma e solista con orchestre di livello internazionale, tra le quali l’orchestra del Teatro Bellini di Catania e la Filarmonica di San Pietroburgo) e dimostratisi affiatati e capaci di esprimersi con sensibilità e gusti musicali notevoli derivanti da un connubio musicale che dura da due anni di concerti e successi.
Il concerto si è aperto con una delle pagine più conosciute di Franz Schubert ovvero la sonata per Arpeggione e Pianoforte D821, trascritta dall’originale per clarinetto dallo stesso Saccà, nella quale il duo ha saputo cogliere ed esprimere la soffusa malinconia, arricchita da un fascino sottile ma sicuro, nonché superare con disinvoltura le abbondanti asperità virtuosistiche.
Al capolavoro del genio viennese è seguita una ricercata e raffinata pagina del compositore inglese Gerald Finzi vale a dire le cinque bagatelle Op.23; queste piccole e deliziose miniature, di raro ascolto, rappresentano bene la cifra stilistica di Finzi, musicista dall’indubbia maestria, a torto trascurato sino a qualche decennio fa. Nella seconda parte hanno trovato spazio i grandi capolavori del repertorio clarinettistico: La stupenda Première Rhapsodie di Claude Debussy e l’arduo Gran duo concertante Op.48 di Carl Maria von Weber.
Splendida anche in questo caso la lettura interpretativa del duo che ha pienamente espresso le atmosfere “vaporose” e sognanti alternate a passaggi dalle elevate difficoltà tecniche della rapsodia, e dando prova di maturità e padronanza, del complesso e laborioso gran duo di Weber, realmente pregevoli. Numerose e insistenti le richieste di bis da parte del pubblico (appagate con il “cantabile” per violino e pianoforte di Nicolò Paganini, abilmente trascritto sempre da Saccà, rara gemma del celeberrimo violinista genovese) a suggellare una superba serata di grande musica nella quale Rita Capodicasa e Roberto Saccà si sono esibiti in maniera pienamente convincente confermando rilevanti qualità tecniche ed espressive.