Immersione poetico-musicale in dialetto nelle tradizioni siciliane con i “Venerdì nella Valle”, il ciclo di manifestazioni organizzate dal Parco Archeologico di Agrigento, nell’appuntamento del 31 maggio 2013.
Alle ore 19:00, nella sala conferenze di Casa Sanfilippo, si esibiranno in coppia – ed è un debutto – il poeta e cantante Biagio Guerrera e la cantante e polistrumentista Matilde Politi, nello spettacolo “Avvulunu i stiddi”, un canzoniere siciliano con echi folk e popolari ma innervato da una ispirazione e una scrittura poetica alimentatasi con la grande letteratura mondiale e che parlano d’amore, di morte, dell’intimo umano e delle esperienze indotte dal paesaggio e dalla vita nella Sicilia e dei siciliani.
Biagio Guerrera è nato a Catania nel 1965 e ha studiato canto con M. Hirayama. È stato tra i fondatori del collettivo artistico Famiglia Sfuggita con cui nel 1992 presenta, a Santarcangelo dei Teatri, “Idda”, poi pubblicata nella raccolta omonima da Il Girasole nel 1997. L’amore per la musica, la poesia e il teatro lo ha portato a collaborare con diversi artisti del calibro di Emanuele Casale, Francesco Cusa, Gianni Gebbia, David Grubbs, Carmelo Vassallo, Stefano Zorzanello. Nel 2003 pubblica, per i tipi di Mesogea, “Dalle sponde del mare bianco” con il gruppo dei Dounia e il poeta tunisino Moncef Ghachem con il quale continua proficuamente a collaborare nel progetto “Quelli che bruciano la frontiera” (l’espressione è la traduzione di harraga, termine che in arabo designa i migranti clandestini, quelli che attraversano il Mediterraneo su scafi vecchi e stracarichi alla ricerca di fortuna sulle coste europee e che troppo spesso trovano la morte, annegando in quello stesso mare). Molto attivo come curatore di eventi e operatore culturale (Associazione Musicale Etnea, Festival Internazionale di poesia Voci del Mondo, Associazione Leggerete, Centro Culturale Zo), le sue poesie sono state pubblicate in varie riviste e antologie. Nel 2009 ha pubblicato la raccolta “Cori niuru spacca cielu” ancora per le edizioni Mesogea, con cui ha vinto il Premio Città di Marineo.
Matilde Politi è nata a Palermo, si è laureata in Antropologia Culturale alla Sapienza di Roma nel 1999 e lavora tra musica e teatro dal 1992. La sua formazione teatrale avviene soprattutto pressola Fondazione Pontedera Teatro, nell’ambito del teatro di ricerca; lavora negli anni in numerose produzioni teatrali, come attrice, cantante e musicista, nonché come creatrice delle parti musicali degli spettacoli e come trainer vocale degli attori.
Matilde Politi canta e suona diversi strumenti (chitarra, fisarmonica, tamburello, percussioni, marranzano).
Durante gli anni ha portato avanti un percorso di autoformazione, attraverso seminari e workshop di varia natura, affiancati da un costante lavoro di ricerca e sperimentazione e da una intensa attività di spettacoli in strada, con repertorio folk americano, spagnolo e siciliano. Dal 2000 sceglie di dedicarsi principalmente al lavoro di ricerca sul repertorio di tradizione orale siciliano, ricerca che si allarga costantemente alle musiche tradizionali di area mediterranea.
Ha suonato in tante piazze della Sicilia e d’Italia, partecipato a numerosi festival di musica popolare, anche all’estero (Spagna, Svizzera, Tunisia), come interprete del canto monodico della tradizione orale siciliano, con la missione di riportare alla “popolarità” brani scomparsi dal paesaggio sonoro contemporaneo. Si è esibita in diverse formazioni, passando da quella solistica fino ad ensemble di 8 musicisti.
Ha dato vita, contribuito o partecipato a diversi gruppi, sia nel teatro che nella musica, realizzando collaborazioni artistiche con artisti locali e stranieri di area non solo etnico-popolare, ma anche jazz e contemporanea, cantautorale e classica. Le ricerche musicali continuano anche attraverso viaggi per il Mediterraneo e in Africa, per conoscere strumenti e pratiche di culture musicali “altre”. Nel corso degli anni ha condotto laboratori e workshop di canto e tenuto concerti/seminari sulla musica tradizionale siciliana. Dal2003, aPalermo, si è inoltre impegnata per l’integrazione sociale dei migranti attraverso la musica, sostenendoli nella creazione di performance multietniche mirate a favorire l’incontro fra persone e culture.