Resti ossei del “gigante musicista” di Metaponto, risalenti al VI-V secolo a. C., sono stati consegnati la scorsa settimana al Laboratorio di Antropologia archeologica del Dipartimento di Beni culturali di Ravenna dell’Università di Bologna. Dopo un viaggio di centinaia di chilometri lungo tutta la penisola si è compiuta una tappa fondamentale per il progetto di ricerca “Studio dei resti ossei e degli strumenti musicali contenuti nei corredi funerari”. I primi esiti dell’attività di ricerca sono stati illustrati dalla professoressa Angela Bellia nel corso del meeting internazionale di Moisa su musica e riti dei greci d’Occidente, che si è svolto ad Agrigento nel maggio scorso. Le analisi sui resti ossei saranno condotte dal team di ricercatori coordinato dal professor Giorgio Gruppioni, e potranno fornire indicazioni utili sull’appartenenza del “musicista” alla comunità indigena, sull’eventuale malattia da cui era affetto, forse l’acromegalia, che ne aveva procurato lo sviluppo sproporzionato degli arti, e sulle cause del suo decesso. Nella sepoltura, accanto ai resti è stata trovata la sua lyra, realizzata dal carapace di una tartaruga, ancora ben conservata. “Il progetto di ricerca – ha spiegato la professoressa Bellia ad un’emittente televisiva del ravennate – è incentrato sullo studio di strumenti musicali rinvenuti all’interno di tombe dell’area archeologica di Metaponto, lyrai e auloi, e sui resti ossei degli individui a cui appartenevano. In questa nostra attività, sapere umanistico e scientifico vengono coniugati insieme, perché lo studio del passato riguarda il nostro presente e ci offre una visione di futuro. Tutto questo si può realizzare grazie alle competenze che si incontrano all’interno del Laboratorio di Antropologia archeologica di Ravenna. Il progetto è realizzato con il supporto concesso dal Ceo della Moncada Energy Group e presidente della Fondazione AGireinsieme, Salvatore Moncada, che ancora una volta si mostra sensibile nei confronti dell’enorme contributo di conoscenza che gli strumenti tecnologici più avanzati possono rendere all’archeologia e di tutto ciò che guarda al futuro in termini di ricerca e innovazione”. Il professor Gruppioni ha assistito alla consegna dei resti del “gigante” e di altri due musicisti rinvenuti nell’area di Metaponto ed ha proceduto, assieme alla sua équipe, alla disposizione anatomica dei reperti ossei per una prima analisi. Gli studi proseguiranno nei prossimi mesi e le conclusioni dei ricercatori saranno rese note entro il prossimo anno. Il Laboratorio del professor Gruppioni svolge attività didattica e di ricerca relative allo studio dei resti scheletrici provenienti da scavi archeologici, all’antropologia molecolare e dell’archeogenetica, e ha curato, tra gli altri, lo studio dei resti ossei e della ricostruzione virtuale delle sembianze di personaggi famosi del passato come Dante, Caravaggio e Pico della Mirandola e dei due scheletri che si tengono per mano trovati nella cosiddetta ‘tomba degli amanti’ a Fossalta, vicino Modena.
Prosegue il progetto di ricerca cofinanziato dalla Fondazione AGireinsieme
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