“Come esponente politico, ma anche e soprattutto come rappresentante istituzionale non posso che stigmatizzare, ancora una volta, l’atteggiamento dell’Amministrazione attiva, la quale, senza farsi tanti scrupoli, puntualmente mortifica e rende inefficace il ruolo del Consiglio comunale”. Il presidente di Aula Sollano, Aurelio Trupia, punta dritto l’indice contro quello che sembra essere diventato ormai il “sistema Zambuto”. Il nuovo spunto, in ordine di tempo, è dato dall’esame del bilancio di previsione 2013. “Se pensiamo alla buona fede –afferma Trupia – siamo di fronte ad una scarsa sensibilità e ad un comportamento irrispettoso verso i consiglieri e quindi verso la popolazione. Se invece ci spingiamo oltre, non è da escludere che quella messa in atto dal sindaco di Agrigento, essendo diventata una costante, sia una strategia in piena regola per disarmare il Consiglio e svuotarlo dei suoi compiti di indirizzo e di controllo. Non è possibile arrivare al 27 dicembre per mettere mano allo strumento contabile che di previsione ormai ha solo il nome. Cosa può fare a questo punto un consigliere comunale? Nulla di propositivo, nulla di costruttivo. Nulla di nulla. E non mi si venga a dire che la colpa è degli altri: dello Stato o della Regione. Un’amministrazione responsabile e rispettosa, che pratichi anche la cortesia istituzionale, potrebbe varare lo schema di bilancio quanto meno entro il primo semestre dell’anno, (tante volte promesso ma mai attuato), avendo poi a disposizione gli strumenti normativi quali variazioni ed assestamenti, al fine di apportare le adeguate ed opportune modifiche al più importante strumento finanziario dell’ente. In questo modo il ruolo del Consiglio sarebbe attivo ed incisivo. Invece per il secondo anno consecutivo, ci troveremo ad affrontare il tema del bilancio di previsione ad una manciata di giorni dalla fine del 12esimo mese. Davvero ridicolo e fuori da ogni sana logica. Tranne che, come accennavo, non ci sia dietro una precisa regìa che pianifichi tutto in modo da mettere sistematicamente fuori gioco il consiglio comunale per consentire al sindaco e alla giunta di andare avanti in dodicesimi, senza correre così alcun rischio di vedersi orientato magari diversamente, sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo, il profilo degli interventi. Qualunque sia l’origine dell’anomalia – conclude Aurelio Trupia – a farne le spese purtroppo alla fine sono i cittadini, i quali è giusto e doveroso che sappiano quello che succede a Palazzo dei Giganti: di chi sono le responsabilità di una città abbandonata, nel degrado e lasciata al suo destino”.