Da dietro le sbarre della loro finestra, guardano oltre, verso una nuova vita.
Sono i detenuti della Casa circondariale Petrusa che potrebbero diventare elettricisti, informatici o tecnici per la digitalizzazione di documenti o, ancora, prepararsi a tornare a scuola. Per le centinaia di detenuti della casa circondariale Petrusa di Agrigento, soprattutto per quelli più giovani, si aprono infatti, nuove prospettive di lavoro e di studio una volta che per loro, si apriranno i cancelli del carcere.
Sta per compiere i due mesi di attività, il “Progetto Spartacus” avviato alla Casa circondariale Petrusa di Agrigento dagli operatori dello Sportello Ciapi, attualmente operativi all’interno degli uffici della Provincia regionale di Agrigento, e che offre a tutta la popolazione carceraria, un rinnovato servizio di orientamento unito al servizio delle politiche attive del lavoro come gli strumenti immediati di azioni per contrastare dinamicamente la sfiducia della popolazione attiva e in cerca di occupazione.
“Come tutti i detenuti ristretti nelle carceri italiane e siciliane in particolare – spiegano gli operatori del Ciapi – anche quelli di Petrusa mostrano tutti i problemi legati alla mancanza di lavoro post detenzione. Nonostante le leggi promulgate, i progetti finanziati e i benefici fiscali rivolti alle aziende per questa fascia di utenza particolarmente disagiata, i risultati nono sono soddisfacenti sia per l’esiguità dei fondi ad essi destinati, che per la fase di grave profonda recessione economica che oggi annovera dati di profonda crisi in tutti i settori produttivi”.
Per i detenuti c’è infatti la possibilità di frequentare corsi di formazione di informatica di vario livello, di tecnico della digitalizzazione dei documento o di elettricista di impiantistica e fotovoltaico. Sarà inoltre possibile chiedere di partecipare alle selezioni per l’avviamento e l’inserimento nei percorsi di scuola elementare e media, di alfabetizzazione o di scuola alberghiera.
Intanto, dall’attività del servizio, il 20 dicembre scorso, gli operatori hanno già realizzato servizi di colloqui di orientamento individuali, e per i più vicini alla scarcerazione, brevi cenni di formazione orientativa necessari per affrontare più concretamente il problema dell’occupazione su cosa fare e dove andare immediatamente dopo l’uscita dal carcere.
“Per coloro i quali devono scontare ancora la pena – continuano gli operatori Ciapi – dopo un accurato colloquio di orientamento e valutazione delle conoscenze individuali, si è offerta loro la possibilità di migliorare le proprie capacità e competenze con la frequenza di corsi di formazione professionale proposti dagli enti regionali con finanziamenti della comunità europea e della Regione”.
Gli operatori impegnati nel progetto Spartacus sono Giovanna Giglione, Elena Petrotta, Maria Militello, Alessandra Alonge, Serafina Maggio, Liliana Tarallo, Salvatore Curto, Giuseppe Rappazzo e Calogero Cottone.