Si è svolto ad Ancona nella sede dell’Istituto di Scienze Marine del CNR una riunione dei partner del progetto comunitario “Tartalife – Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale”, alla quale ha partecipato la Provincia Regionale di Agrigento. Si è trattato della riunione del comitato di pilotaggio (organismo di governance dei progetti comunitari) del progetto finanziato dall’Unione Europea con il contributo, pari al 75% del budget totale, dello strumento finanziario LIFE della Commissione Europea. Ente capofila del progetto è il CNR-ISMAR, con il partenariato di Provincia Regionale di Agrigento, Ente Parco Nazionale dell’Asinara, Fondazione Cetacea, CTS, AMP Isole Egadi, Legambiente, AMP Isole Pelagie (Ente Gestore Comune di Lampedusa e Linosa) e Consorzio UNIMAR. Durante la riunione, oltre ad analizzare lo stato del progetto e delle singole azioni previste, sono state illustrate le prime sperimentazioni finalizzate a trovare soluzioni di pesca in grado, se non di eliminare, di ridurre fortemente l’impatto dei vari sistemi di pesca sulla popolazione mediterranea della Tartaruga marina Caretta caretta, specie prioritaria inserita nella Direttiva “Habitat” e protetta da numerose Convenzioni internazionali. Nel Mediterraneo, infatti, la pesca professionale costituisce la principale minaccia per la sopravvivenza della specie. Secondo le stime dei ricercatori, ogni anno oltre 130.000 tartarughe marine (ma considerato l’elevato numero di marinerie probabilmente il dato più realistico è di almeno 200.000 esemplari) vengono catturate accidentalmente con vari sistemi di pesca. Un problema che investe diversi Paesi, tra cui l’Italia.
Il progetto mira da un lato alla riduzione delle catture accidentali delle tartarughe marine, effettuate con palangari, reti a strascico e da posta, e dall’altro alla riduzione della mortalità post cattura. Diverse le tecniche in corso di sperimentazione, dalla diffusione di ami circolari al posto di quelli tradizionali nella pesca con i palangari e dei TED (acronimo di Turtle Excluder Devices) nella pesca con reti a strascico, alla sperimentazione del deterrente acustico STAR (Sea Turtle Acoustic Repellent), una tecnica che però potrebbe essere modificata a breve con il ricorso a deterrenti luminosi, e di attrezzi alternativi alla rete da posta (nasse modificate). Per il soccorso e la cura delle tartarughe accidentalmente catturate si punta, invece, alla formazione dei pescatori e al rafforzamento dei presidi di recupero e primo soccorso lungo le coste italiane.
Nelle fasi successive del progetto la Provincia Regionale di Agrigento, che attraverso l’attività del Settore Ambiente ha già partecipato ad altri quattro progetti finanziati dal LIFE (come ente capofila o partner), si occuperà di sensibilizzare i giovani sui problemi legati alla conservazione della Tartaruga marina, portandoli a conoscenza dell’impatto che la pesca può avere sull’intera popolazione della specie e sui metodi alternativi sperimentati e proposti nell’ambito del progetto.
www.tartalife.eu è il sito internet contenente dettagli e news sul progetto. Il link è accessibile anche dalla home page della Provincia www.provincia.agrigento.it