Giuseppe, quanto è importante per una società ambiziosa come l’Akragas curare il vivaio giovanile?
E’ importante, direi anche essenziale: senza vivaio, non si va da nessuna parte. Tutte le squadre che puntano a scalare le categorie ed a fare i salti di qualità, non possono non avere un settore giovanile all’altezza. Questo l’Akragas lo sa, mi ha riempito di orgoglio il fatto che la società ha scelto me per allenare questi ragazzi e li ringrazio. Uno sforzo enorme lo sta facendo il responsabile del settore giovanile, Giovanni Amico; sta molto vicino a noi e questo gratifica tutto l’ambiente.
E per te tornare in casa Akragas che cosa ha rappresentato?
Io mi sento a casa con l’Akragas, anzi nei fatti è veramente casa mia: qui sono cresciuto calcisticamente, qui ho ottenuto la promozione in serie C. Ritrovare la casacca biancazzurra dopo 20 anni è un’emozione stupenda; certo, c’è molta differenza tra l’esperienza da calciatore e quella di allenatore, però vestire questi colori è sempre stimolante.
Qual è la differenza tra i tuoi anni trascorsi nelle giovanili e questi?
Vi è sempre il solito problema, che vi era anche ai miei tempi: le strutture. Purtroppo ad Agrigento non ci sono strutture sportive adeguate, noi per esempio disputiamo le nostre partite interne a Comitini e menomale anzi che il comune di Comitini mette a disposizione la sua struttura; ma è un costo per la società, di fatto si gioca sempre in trasferta, se avessimo un campo regolare nella nostra città, molti disagi si eliminerebbero. Per il resto però, vedo nei miei giocatori la grinta e la passione che vedevo anche quando ero io a fare le giovanili.
C’è qualcuno dei tuoi ragazzi pronto a passare in prima squadra?
Già abbiamo svolto un’amichevole contro i grandi dell’Akragas ed un’altra ne faremo giovedì e quindi i ragazzi hanno avuto modo di assaggiare il clima della squadra ufficiale; anzi, sono contento che Rigoli a fine gara, dopo la prima amichevole, si è complimentato sia per il gioco che per il comportamento impeccabile sotto il profilo disciplinare dei miei ragazzi, questo per me ha voluto significare molto. Comunque, ci sono giovani, nella juniores dell’Akragas, che già farebbero molto bene in molte squadre ufficiali, penso a Ferlisi, Pierini, Farah, Giordano, Labate, Grova, Marino, Achiri, Nuccio, Montana e Buttice, ma anche Cuffaro e Buccheri, sono nomi che circoleranno in futuro, ne sono certo.
Cosa vuol dire per questi ragazzi indossare la maglia dell’Akragas?
Per loro è un onore ed un orgoglio e, per farlo, fanno tanti sacrifici: c’è chi viene da Caltanissetta, da Sciacca, però vengono sempre agli allenamenti, vogliono tastare la casacca biancazzurra. Hanno davvero un grande senso di appartenenza alla società ed alla piazza, per questo mi auguro che siano in tanti a venire a vedere le nostre partite all’Esseneto.
A proposito di partite all’Esseneto: cosa ti aspetti dalla fase regionale del torneo juniores?
La fase regionale è andata molto bene, abbiamo vinto tante sfide, abbiamo duellato con un Kamarat che già schiera molti elementi della prima squadra, abbiamo vinto 10 a 0 contro lo Sciacca, insomma sono fiero dei miei ragazzi; considerando che si è partiti da 0, abbiamo fatto un miracolo. Intanto, all’Esseneto contro il Noto, abbiamo debuttato alla grande, mostrando grande spettacolo.
Uno sguardo alla prima squadra: come giudichi il campionato dell’Akragas in serie D?
Beh, i numeri parlano da soli: seconda in classifica, migliore attacco, tanto spettacolo. Che dire, Rigoli sta facendo un lavoro egregio, la società è solida ed ambiziosa, ha molti progetti davanti e speriamo possa raggiungere la Lega Pro. Anche perché, un blasone come quello dell’Akragas lo merita, Agrigento è una piazza troppo importante per rimanere ancora in D. Sono ottimi sta per il futuro.
E per quanto riguarda il futuro di Giuseppe Castiglione? Ambisci a qualche panchina che scotta?
Non lo nego. Ci vuole ambizione per giocare o allenare e quindi non nego che ambisco a diventare un allenatore di qualche prima squadra, ma per adesso sto bene qui. Mi piace avere a che fare con giovani che ti seguono, quindi se a fine stagione la società vuole proseguire con me, ne sarei felice, diversamente vedremo se arrivano importanti proposte.
Per concludere: cosa racconti ai tuoi ragazzi dei trascorsi in serie B?
Cerco di trasmettere loro le emozioni del calcio professionistico; spero di mettere al servizio la mia esperienza per fare capire loro la bellezza del calcio, ma anche i sacrifici da fare per arrivare ad importanti livelli. E quando vedo che mi ascoltano, per me è una delle più importanti soddisfazioni.
L’articolo Peppe Castiglione parla della sua Juniores. Intervista di Mauro Indelicato sembra essere il primo su AgrigentoSport.com.