Il 7% dei medicinali è contraffatto. Il mercato mondiale dei farmaci contraffatti vale 50 miliardi di euro l’anno. Sono alcuni dei dati presentati da Cosimo Piccinno, Comandante dei NAS, durante il Convegno Nazionale su “Lotta alla contrattazione e appropriatezza farmaceutica”, chiuso ieri ad Agrigento. La percentuale di farmaci contraffatti, che in Africa supera il 30% del totale, scende all’1% in Europa e allo 0,1% in Italia. Una stima, però, destinata a crescere “a causa dell’importazione di principi attivi da altri paesi. Dal 2012 ad oggi, infatti, i NAS hanno sequestrato 7,5 tonnellate di materie prime farmacologicamente attive provenienti illegalmente da Giappone, Cina, India, Messico e Taiwan, per un valore di 2 milioni di euro”. Per sensibilizzare i giovani sul tema della sicurezza farmaceutica, Piccinno ha proposto di istituire una giornata d’informazione nelle scuole. Un’idea accolta da Andrea Mandelli, presidente FOFI: “In Italia il fenomeno della contraffazione è sotto controllo, ma è necessario non abbassare la guardia. L’informazione è lo strumento più importante per combattere il fenomeno”. Anche perché il mercato dei farmaci contraffatti ha superato quello della cocaina. Secondo alcuni studi, inoltre, le organizzazioni criminali, per ogni 1000 dollari investiti, ne guadagnano 20 mila nel mercato dell’eroina e ben 400 mila in quello dei medicinali contraffatti.
Se internet è il canale maggiormente utilizzato (in Italia vale il 95% del totale secondo i dati NAS), i farmaci contraffatti più venduti sono i life style products, psicofarmaci e molecole per la disfunzione erettile, ma ultimamente – è l’allarme lanciato dai relatori – anche gli antitumorali. I maggiori pericoli sono l’inefficacia, a causa della mancanza o del sottodosaggio del principio attivo, la tossicità o, in casi di sovradosaggio, reazioni avverse che possono condurre alla morte.
L’altro tema affrontato dai farmacisti intervenuti ad Agrigento è stato l’appropriatezza terapeutica: “Il futuro della professione del farmacista – ha spiegato Maurizio Pace, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Agrigento – è legato alla qualità del servizio che offre e al risparmio che assicura al Servizio sanitario nazionale”.
“Grazie alla Legge 69/2009, la farmacia – ha spiegato Claudio Miceli, Presidente Atifar-Federfarma Agrigento –non si occupa solo di dispensare farmaci, ma attua servizi, a partire dalla presa in carico dell’assistito per il controllo, in collaborazione con il medico, dell’appropriatezza prescrittiva. In Sicilia, a marzo, è iniziata la “distribuzione per conto” (che riguarda i farmaci inclusi nel PHT) ed è in corso la definizione di un accordo con l’Assessorato alla Salute per la distribuzione dei presidi per i diabetici”.
“Ogni giorno – ha ricordato Anna Rosa Racca, Presidente nazionale Federfarma – entrano nelle farmacie italiane 3 milioni di cittadini. La domanda di salute, in una popolazione che invecchia, si fa sempre più complessa, tanto che 7,5 milioni di persone assumono oltre 9 farmaci al giorno”. L’aderenza alle terapie, però, si ferma al 41%. “Solo il 16% dei pazienti – ha spiegato Andrea Manfrin, Università del Kent, riferendosi a un dato inglese sovrapponibile a quello stimato per l’Italia – segue le indicazioni del medico dopo 10 giorni dall’inizio alla terapia”. Proprio per migliorare l’aderenza del paziente aumentando l’efficacia delle cure e riducendo i costi connessi all’uso improprio del medicinale, la FOFI ha avviato il progetto MUR, Medicine Use Review, che finora ha coinvolto 360 farmacie italiane e 1800 pazienti.
Il convegno è stato organizzato dall’Ordine Provinciale dei Farmacisti e dalla locale Associazione dei Titolari di Farmacia, Atifar-Federfarma Agrigento.