“Così soltanto, io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per attimo”. Così scriveva Luigi Pirandello in “Uno, nessuno centomila”. Sono oltre un centinaio le mattonelle maiolicate e dipinte a mano dall’artista Giuseppina Alaimo che compongono le due panchine mosaico in corso di collocazione in questi giorni nell’area monumentale Pirandello, nel contesto della nuova via Roma.
Due grandi mosaici, sui quali si potrà sedere, che raccontano, sotto la statua del grande drammaturgo, storie di zolfo e storie di pane con illustrazioni e citazioni tratte dalle opere non solo di Luigi Pirandello ma anche dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri. Sirene ammaliatrici di stanchi pescatori che danzano tra le onde nell’azzurro del mare prospicente il molo di Girgenti o regie trazzere con i carri per il trasporto dello zolfo fino all’ammasso al porto, rappresentano uno spaccato della vita della gente di questa città così tanto raccontata dal Premio Nobel agrigentino. Che tornerà presto ad erigersi sul ribassato piedestallo della via Roma con una epigrafe, scelta dal sindaco Lillo Firetto( tratta da una lettera autobiografica del 1924): “La mia arte è piena di compassione amara per tutti quelli che si ingannano; ma questa compassione non può non essere seguita dalla feroce irrisione del destino che condanna all’inganno”.
“Quest’opera di qualificazione urbana – spiega il sindaco Firetto – connota un legame forte tra l’allora Molo di Girgenti Porto Empedocle e il drammaturgo agrigentino che giusto 80 anni fa veniva insignito del Premio Nobel”.