Volti tirati e tanta tensione in casa Akragas dopo il pareggio casalingo contro l’Agropoli (il secondo consecutivo per 2 a 2) al termine di una partita giocata brillantemente dagli uomini di Feola nel primo tempo, terminato con due gol di vantaggio, e letteralmente regalato agli avversari nei secondi 45 minuti.
Era la partita dell’anno, o una delle partite dell’anno. All’Esseneto, davanti a circa 4mila spettatori, arrivava la squadra che, ad inizio campionato, era data tra le favorite insieme ai biancazzurri per la vittoria finale.
E’ la squadra che ha in panchina Pino Rigoli, l’ex allenatore dell’Akragas, ancora molto amato dai tifosi biancazzurri che certo non dimenticheranno le gesta della sua squadra negli anni della sua guida tecnica.
Tutto era iniziato nel migliore dei modi con il gol iniziale di Catania al 5′ minuto del primo tempo che aveva messo in evidenza un atteggiamento tattico rivoluzionato della squadra di casa. Una delle poche volte in cui non era necessaria una sberla iniziale per rialzarsi e ripartire. L’Agropoli soffre l’Akragas che gioca bene e confeziona azioni da rete. Come quella sciupata incredibilmente da Meloni che a tu per tu con Maiellano non riesce a calciare con forza e si fa ribattere la conclusione. Siamo al 17′ minuto di gioco e l’Agropoli non è ancora pervenuto.
Si affaccia timidamente dalle parti di Lo Monaco solo su calcio di punizione ma non riesce ma di spedire concretamente la palla in direzione della porta.
L’Akragas riprende, dopo una breve pausa, il controllo della partita, e sul finire del primo tempo raddoppia con Savonarola che raccoglie una sponda di Meloni e da due passi insacca.
Si va al riposo con la consapevolezza di avere la partita in pugno. Ed è forse questo l’errore più grande dell’Akragas, come ammetterà a fine partita il mister.
Perché le partite si chiudono al 90° e, pur non subendo tiri in porta, si può capitolare anche due volte.
Come è accaduto.
In apertura L’Akragas potrebbe andare sul 3 a 0 ma Meloni sbaglia ancora incredibilmente a porta vuota da meno di due metri, un liscio clamoroso quando bastava farsi rimbalzare il pallone addosso e farlo carambolare in rete. Ed è qui che la legge del calcio irrompe e si materializza.
La svolta arriva quando Rigoli manda in campo il giovane Canotto che cambia il match. Il giocatore si piazza sulla fascia destra, tutto il gioco si sposta su quella zona del campo dove il povero Dentice evidenzia tutti i suoi limiti in fase difensiva. Da un cross del neo entrato arriva la deviazione di Ragosta che vale il 2 a 1, e da un’altra azione del numero 18 agropolese, arriva il rigore, sacrosanto, per fallo di Dentice in area di rigore. Tarallo non sbaglia dagli 11 metri e la frittata è fatta.
Stavolta non serve a nulla l’arrembaggio finale, e neanche l’uomo in più per l’Akragas dopo l’espulsione di Napoli per fallo su Tiscione.
Feola prova a mischiare le carte. Manda in campo Dezai, Arena e Longoni ma non basta.
L’Agropoli porta via un punto dall’Esseneto. Per l’Akragas è il quinto pareggio interno del campionato. Gli uomini di Feola steccano un’altra partita contro una diretta concorrente e perdono anche la vetta della classifica che adesso vede anche il Rende farsi sotto.
Le premesse per un campionato avvincente ci sono tutte, ma adesso i punti persi in casa dalla “corazzata” Akragas cominciano a diventare davvero troppi.
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