Con una nota depositata stamattina al protocollo generale del Comune, il consigliere comunale del gruppo “Ora- Licatalab”, Violetta Callea, ha presentato un atto di indirizzo con il quale impegna il Commissario Straordinario, il Presidente del Consiglio comunale e il Presidente della V Commissione consiliare, “ad intervenire con sollecitudine a qualsiasi livello istituzionale (Presidente della Regione, Ministero Salute, Anci, ecc) al fine di salvare il Punto Nascite di Licata”, si legge testualmente nel documento.
Inoltre, il cons. Violetta Callea impegna gli organi di cui sopra “ad avviare tutte le iniziative per portare alla concessione di una deroga al parametro dei 500 parti per l’Ospedale di Licata, anche avvalendosi di consulenza tecnica che possa valutare e motivare la situazione di marginalità geografica del Comune di Licata, nonché avanzando la proposta di essere auditi presso la VI commissione all’ARS, e considerando l’ipotesi di formulare ricorso al TAR, anche in unione con i comuni limitrofi, corredato da un’istanza cautelare per ottenere, nell’immediato, la sospensione del provvedimento che minaccia di far chiudere il punto nascite di Licata”.
L’iniziativa scaturisce dal piano definitivo di riordino dei punti nascita in Sicilia, adottato dal Governo Regionale a seguito di quanto previsto dall’accordo Stato – Regioni del dicembre 2010 che prevede la chiusura o messa in sicurezza dei punti nascita in cui si effettuano meno di 500 parti l’anno, piano che, secondo quanto riportato dal cons. Violetta Callea. “non prevede alcun correttivo in base all’ampiezza del territorio e alle sue caratteristiche geografiche e morfologiche”.
Non solo, ma tra l’altro, la firmataria dopo tutta una lunga serie di considerazioni, pur ammettendo che il San Giacomo d’Altopasso negli ultimi anni non è riuscito a raggiungere la soglia minima, sottolinea che i parti effettuati sono centinaia e che lo stesso nosocomio rappresenta il principale punto di riferimento delle partorienti di Licata e di tutto l’hinterland (Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Ravanusa, Riesi, Niscemi, etc), che è munito dei reparti di ostetricia, ginecologia, pediatria e che nel 2014 ha registrato un trend assolutamente positivo rispetto al 2013.
Tutti elementi che candidano il San Giacomo d’Altopasso a mantenere il punto nascite al fine di garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini, così come riconosciuto dalla Costituzione.