Il Consiglio Comunale di Racalmuto, mercoledì scorso, ha preso atto del fallimento del servizio idrico integrato – Ato messo in liquidazione paralizzato da oltre due anni, Girgenti Acque spa mai entrata nella gestione dell’ambito territoriale ottimale ma soltanto delle reti di poco più della metà dei comuni, tariffe variabili da Comune a Comune, il governo e l’ARS inerti – e deliberato di promuovere le iniziative necessarie a restituire il controllo della gestione dell’acqua al Comune di Racalmuto.
“In questi mesi – dichiara il Sindaco di Racalmuto Avv. Emilio Messana – abbiamo chiesto al governo regionale di intervenire, di insediare una commissione che esaminasse le tariffe applicate dall’Ato nei Comuni gestiti da Girgenti Acque, tra le più alte d’Italia, che mettesse a confronto le gestioni dirette praticate nei comuni che non hanno consegnato le reti con quella di Girgenti Acque, e che riferisse sull’elevato costo dell’acqua in Sicilia praticato da Siciliacque SPA, quasi a 0,70 e/mc.
“Non si è fatto nulla. Insieme agli altri Comuni, che hanno a suo tempo consegnato le reti, Racalmuto si mobilita con l’obiettivo condiviso di promuovere una riforma del servizio idrico che obbedisca ai principi di economicità ed efficienza declamati dalla legge e per uscire da un sistema articolato su cittadini che pagano l’acqua cara e amara e su cittadini che la pagano a tariffe di molto inferiori.
“Momento fondamentale della nostra azione sarà l’analisi della gestione operata in questi anni da Girgenti Acque sotto il controllo dell’Ato. Sono trascorsi dieci anni dalla stipula della convenzione ed è maturo il tempo per verificare il rispetto degli impegni reciprocamente assunti in tutti i Comuni in cui opera il gestore unico.”