Emozionato, felice e sorridente, questi tre aggettivi riescono a riassumere i sentimenti che il volto del card.Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento lasciava trasparire durante la celebrazione eucaristica nel corso della quale vi è stata la lettura della bolla pontificia con la quale il neo cardinale ha preso possesso del titolo della chiesa dei Santi Gregorio ed Andrea al Celio.
Una soleggiata mattinata romana, rattristata dalla notizia dell’ennesima tragedia nel Mediterraneo in cui hanno perso la vita, dalle testimonianze registratesi, 700 persone, notizia che ha rattristato e non poco il card. Montenegro.
Presenti alla celebrazione eucaristica, mons. Marra arivescovo emerito di Messina, la comunità del monaci camaldolesi a cui ne è affidata la cura, le suore della carità di Madre Teresa, alcuni operatori della Fondazione Migrantes con in testa il direttore mons. Giancarlo Perego, il vicario generale dell’Arcidiocesi di Agrigento, mons. Melchiorre Vutera che insime ad un gruppo di presbiteri dell’Arcidiocesi di Agrigento e tanti agrigentini hanno voluto stringersi attorno all’Arcivescovo Montenegro.
Il card. Montenegro nel corso dell’omelia ha chiesto ai monaci camaldolesi, alle suore della carità di “adottare nella preghiera” la chiesa agrigentina e si è anche scusato se non sarà sempre ligio al cerimoniale.
Al termine della celebrazione eucaristica non sono mancati gli auguri e gli abbracci al card. Montenegro nella sacrestia della rettoria.
Fonte lamicodelpopolo.it