E’ ufficiale: l’Akragas è allergica alle finali. Su tre giocate negli ultimi quattro anni, non ne ha vinta una. A punire i biancazzurri, come lo scorso anno, è ancora la lotteria dei calci di rigore.
Una partita che senza quella sciagurata partenza che ha permesso a Portanova di siglare una doppietta nei primi 12 minuti di gioco, avrebbe potuto avere un epilogo ben diverso.
Feola è costretto a mischiare le carte soprattutto nel reparto difensivo. Fuori Chiavaro e Vindigni, infortunati, ha dovuto far ricorso a Maurizio Maraucci, richiamato in rosa proprio alla vigilia della finale e a corto di preparazione. Fuori anche Giuseppe Savanarola, l’uomo migliore dell’Akragas che durante tutto il campionato ha avuto un rendimento altissimo, “ferito” al labbro da una gomitata rimediata in semifinale che lo ha costretto in panchina.
Dopo il terribile “uno-due” del forte difensore bianconero, l’Akragas, come una tigre ferita, prova a rialzarsi ma non riesce a riaprire il match.
Nel secondo tempo la pressione dei “giganti” si concretizza al 33′ con Meloni che insacca un rigore per fallo su Catania. Potrebbe pareggiare subito con Tiscione che non ha fortuna. La pressione dei biancazzurri è fortissima ed in pieno recupero Perrone realizza l’insperato e meritato pari.
L’errore dal dischetto di Alessandro Bonaffini, sarà decisivo. Il Siena vince lo scudetto di Serie D. Per l’Akragas, nonostante la grandiosa annata, ancora una ferita da curare.
Da domani sarà già tempo di programmazione, la nuova stagione è già alle porte e l’Akragas rappresenterà il “quarto polo” calcistico in Sicilia.