In questi giorni veniamo informati, anche più volte al giorno, dei tanti lavori di pulizia delle strade direttamente dai canali “social” del sindaco Firetto. Lavoro apprezzabile e dovuto alla “città più bella dei mortali”, così definita da Pindaro ma circa 2500 anni fa, non ha mai visto cosa sono ora New York, Vienna, Londra tanto per citarne qualcuna. Oggi, un Pindaro 2.0, come si suole dire di questi tempi, probabilmente non verrebbe neanche ad Agrigento, al massimo una toccata e fuga, as usual, perchè chi viene in Sicilia va a Taormina, è più “figo”, e poi appena una “taliata” alla Valle dei Templi, tanticchia al museo e poi via per il ritorno alla base messinese.
Un lavoro, dicevo, che probabilmente non veniva fatto con questa portata da chi ha amministrato Agrigento negli ultimi anni. E’ vero, siamo nel periodo così detto “luna di miele” tra gli elettori e l’eletto ma, da quel che ricordo, non si sono mai viste tutte queste attenzioni e cure, quasi maniacali, per le nostre strade. E’ giusto così, ben vegnano e che siano sempre presenti e sempre di più. Se una città come Agrigento desidera essere meta per ogni turista, deve mantenere il giusto decoro perchè lui rimanga: turi-sta, altrimenti lo avremmo chiamato turi-va (citazione da spettacolo di Ficarra e Picone di alcuni anni fa). Si è cominciato bene, con lavori di “scerbatura” (ma anche “diserbatura” sarebbe andato bene) ma, ultimamente, si sta prendendo una brutta piega: non la si può chiamare “discerbatura”, Dante si starà rigirando nella tomba ma i Treccani, vivi, abbaiano parecchio.
Il sindaco mi vorrà scusare, penserà “questo ce l’ha con me” ma non è così, anzi, tanto di cappello al lavoro fatto sin dall’inizio del suo mandato. Da cittadino, vigile, sto attento a tutto ma ogni tanto, non avendo nulla di cui lamentare (oddìo, ce ne sarebbe ma non è corretto in questo momento, una cosa alla volta), lo tiro in causa per una piccola correzione ai suoi post.