Riceviamo e pubblichiamo
Le associazioni di volontariato, nate per essere a supporto delle amministrazioni, oggi, causa i continui tagli allo stato sociale, si trovano a dover sostituire in parte o del tutto l’azione amministrativa municipale, soprattutto quando quest’ultima dovrebbe intervenire a favore delle fasce indigenti o deboli.
Al contrario di ciò che i dati nazionali fanno pensare, in città il numero dei nuovi poveri, cresce drammaticamente, soprattutto tra la classe media. Un impoverimento non prevedibile e non quantificabile. Molte famiglie, si muovono sul filo del rasoio; un imprevisto, che può essere una malattia, li fa precipitare al di sotto della soglia di povertà.
Negli ultimi anni la famiglia, e soprattutto i figli, sono stati completamente dimenticati e si fa poco e nulla per sostenere i nuclei familiari.
I continui tagli hanno determinato un continuo svuotamento delle “casse” dei Servizi Sociali del Comune di Agrigento e quindi una sua minore incisività nella lotta alla povertà, che dovrebbe muoversi, a mio avviso, su due ambiti paralleli: l’esitazione delle emergenze, quindi assistenzialismo, attraverso interventi straordinari e programmazione nel lungo periodo, attraverso progetti di lavoro legati per esempio ai Pac o ai Por. Progetti che possano ridare dignità di lavoratore e di uomo a chi, vive ai margini, perchè avendo perso il lavoro, è di fatto uscito dal ciclo produttivo e vive da disperato non potendo mantenere se stesso e la propria famiglia.
Oggi, invece, attraverso il bando del “Servizio Civico Comunale“ i due ambiti vengono fusi, svilendo l’efficacia dell’azione di un ufficio che attraverso piccoli interventi straordinari di aiuto, può rendere meno esacerbati gli animi di un padre o una madre che non vede vie d’uscita.
Il servizio civico, assolutamente meritorio nella forma, potrebbe provocare nella sostanza un ulteriore inasprimento degli animi, di tutti coloro che, pur non rientrando nei parametri di scelta, non possono nemmeno più far affidamento sull’aiuto dell’amministrazione, perchè i fondi per gli aiuti straordinari, sono stati distratti dalla loro naturale destinazione.
Sindaco, assessore Riolo, non creiamo guerre tra chi è più o meno povero, tra chi ha o non ha più diritti. Iniziamo una lotta alla povertà, tutti, Amministrazione, associazioni, e operatori del settore. L’essere chiusi nella “torre” delle proprie idee, non ascoltando gli altri, soprattutto i destinatari degli interventi, può produrre errori ancor più gravi del problema che si vuole risolvere.
In conclusione, da dirigente, chiedo al mio partito una riunione urgente dei direttivi dei circoli cittadini, di cui anche l’assessore Riolo fa parte, per chiarirci su questi temi, non marginali per me, e che so con certezza, nemmeno per il PD.
Sivia Licata
dirig. Prov. PD e volontaria di strada