Proficua trasferta a Roma da parte dell’ Amministrazione comunale di Licata.
A seguito dell’ interessamento del ministro dell’ Interno, Angelino Alfano, del deputato nazionale, Riccardo Gallo, e dell’ ex consigliere provinciale di Agrigento, Angelo Bennici, il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, l’ assessore comunale alla Sanità di Licata, Anna Triglia, e la presidente del Consiglio comunale, Carmelinda Callea, sono stati ricevuti al Ministero dalla ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin.
All’ ordine del giorno vi è stata l’accorata richiesta da parte dell’ Amministrazione licatese di mantenere in città, all’ ospedale “San Giacomo d’Altopasso”, il Punto Nascite, contro la paventata chiusura nell’ ambito del Piano di riordino della Sanità in Sicilia.
Il sindaco, Angelo Cambiano, ha giustificato la richiesta sia sotto il profilo economico che logistico : economico perché – ha spiegato Cambiano – sostenere finanziariamente 2 ambulanze attrezzate in sosta all’ ospedale di Canicattì, e che da Canicattì dovrebbero viaggiare verso Licata e poi ritornare a Canicattì, costa di più del mantenere il servizio a Licata. E logistico perché la condizione infrastrutturale dei collegamenti stradali da e verso Licata è alquanto precaria, peggiorata poi a causa dei recenti crolli dei ponti Petrulla e Salso.
“Canicattì da Licata la si raggiunge in oltre un’ ora – ha sottolineato Cambiano – e dunque l’ambulanza sarebbe costretta ad affrontare un viaggio di oltre 2 ore”. A Licata, al Punto Nascite, un parto cesareo – come constatato dal sindaco Cambiano – lo si effettua 15 minuti dopo il ricovero, evitando gravi complicanze provocate, ad esempio, dal distacco della placenta. Facilmente immaginabili sarebbero le conseguenze di un trasferimento da Licata a Canicattì a bordo di un’ambulanza per più di un’ora. A conclusione dell’ incontro – annunciano Cambiano, Triglia e Callea – la ministro Lorenzin ha assicurato attenzione e un esame più approfondito sulla questione che interessa – è stato ribadito – una popolazione di più di 100 mila abitanti, considerando anche Palma di Montechiaro, Camastra, Naro e Campobello di Licata che ruotano intorno a Licata dove peraltro ricorre, più o meno, la soglia minima di sopravvivenza che sono i 500 parti all’ anno.