“Un bando di gara restrittivo, che limita la partecipazione e penalizza la libera concorrenza”.
Il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città”, Pasquale Spataro, manifesta perplessità in ordine all’affidamento del servizio di refezione mediante fornitura di pasti caldi nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado della città relativamente agli anni 20015-2016 e 2016-2017.
“Ci sono delle condizioni inserite all’interno del bando, predisposto dagli uffici competenti del Comune di Agrigento – spiega Spataro – che non mi convincono e lasciano parecchi dubbi sulla linearità dell’atto posto in essere. A cominciare dal fatto che viene richiesto alle aziende partecipanti di avere eseguito servizi, oggetto di appalto, per un importo non inferiore a 432 mila euro nell’ultimo triennio. C’è poi un altro passaggio, anche questo emblematico, che ritengo vada attenzionato e merita di essere approfondito: riguarda il requisito di capacità tecnica .
Mi riferiscono alla parte in cui si fa espresso obbligo alle ditte, che intendono prendere parte al pubblico incanto, di disporre di un centro di cottura principale e di uno secondario di appoggio, pena l’esclusione. Perché è stata prevista questa clausola? La considero una discriminante – evidenzia il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città” – dal momento che quasi tutte le aziende, operanti nel settore, sono in possesso di una sola cucina professionale. Basta e avanza. E’ rarissimo infatti che si possa guastare e lasciare in panne una mensa.
Va da sé quindi che buona parte degli operatori del settore non si accolla, a cuor leggero, una spesa considerevole solo per dotarsi di un centro di cottura di riserva. Stiamo parlando di un investimento di 300 mila euro a fronte di un bando il cui importo complessivo è di circa 430 mila euro. Ne consegue che il bando sarà destinato a pochi e non a tutti. Chiedo allora all’amministrazione attiva, tenuto conto che le offerte dovranno pervenire entro le ore 12 del prossimo 20 dicembre, di adoperarsi con sollecitudine – conclude Spataro – per bloccare l’affidamento del sevizio in presenza delle gravi anomalie rilevate”.