Con una scrittura che ha tutto il sapore e il calore della Sicilia, Giuseppina Torregrossa costruisce una incredibile saga familiare lunga ottant’anni, dove l’amore per la vita e la passione per i libri si uniscono, si intrecciano come due strumenti diversi che suonano armoniosamente una musica.
Il figlio maschio è un romanzo dove persiste una lotta tra il capostipite e la sua consorte sulla educazione dei propri figli.
Il marito li voleva per la terra lei li voleva per i libri.

Questo amore per i libri, in una maniera o nell’altra, ha “infettato” tutta la generazione che piano piano ha fatto dei libri la loro vita.

Come ogni romanzo di questa autrice, la donna ha come sempre un ruolo cardine. Il dialetto è usato liberamente.

La Torregrossa ci racconta la sua Sicilia e come il suo “volto”è cambiato nell’arco di un secolo. La fase pre-guerra, la guerra e il dopoguerra e le sue conseguenze; la vita siciliana, con i pettegolezzi, le invidie, gli sciacalli e il pizzo. Come una donna senza un uomo non è ben vista e di come i tempi cambiano e la donna sa riscattarsi.