Riceviamo e pubblichiamo
“Il piano di riorganizzazione dell’attività produttiva varato da Italcementi, in seguito all’accordo siglato con il Ministero del Lavoro, non dà garanzie circa la continuità occupazionale dello stabilimento di Porto Empedocle, se non limitatamente alla durata dei previsti ammortizzatori sociali.
Dall’annunciata chiusura del polo cementizio empedoclino, avvenuta alla fine del 2012, abbiamo assistito ad un sostanziale immobilismo della classe politica locale ed all’angoscia di circa 100 lavoratori (più altri 200 dell’indotto), licenziati, in mobilità o in cassa integrazione, costretti anche ad incatenarsi per ottenere attenzione.
Esempio di tale inerzia, la notizia dello scorso novembre della lettera-appello di 19 parlamentari inviata ai ministeri competenti, con la quale si chiedeva il prolungamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Italcementi e che vedeva assenti, tra i firmatari, i parlamentari agrigentini e siciliani.
Auspichiamo, inoltre, che le rassicurazioni dell’Assessore alle Attività Produttive della Regione Mariella Lo Bello sulla prossima conclusione dell’iter legislativo del cosiddetto “piano cave” regionale, la cui definizione si attende da quasi un anno e mezzo e che rappresenterebbe un importante strumento per la pianificazione degli investimenti nel settore, nonché sulla convocazione dei vertici della società, non siano i soliti vani proclami della politica nostrana.
Noi del Movimento FARE! presenteremo, per il tramite della nostra deputazione nazionale, un’interpellanza parlamentare al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ed al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi in merito alle misure che intendono adottare per la soluzione definitiva e positiva di tale vicenda.”
Questo l’intervento del Coordinatore provinciale di FARE! Giuseppe Milano.