Il sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola ha contattato ieri, telefonicamente, il direttore generale dell’Asp di Agrigento Salvatore Lucio Ficarra sulla situazione al reparto di Emodinamica all’Ospedale di Sciacca. Oggi, ritornando sulla questione, ha scritto anche una nota, esprimendo preoccupazione, e nel chiedere l’immediata riattivazione del servizio ha sollecitato maggiore attenzione e vigilanza.
“Nel corso della telefonata di ieri sera, dopo aver ricevuto le sconfortanti notizie, – dice il sindaco Di Paola al direttore generale dell’Asp Ficarra – abbiamo avuto modo di parlare della situazione di emergenza che si è venuta a creare nel reparto di Emodinamica, uno dei più importanti dell’Ospedale Giovanni Paolo II, chiuso improvvisamente per problemi all’unica sala finora disponibile. L’altra non è in funzione da tempo. Le ho rappresentato la preoccupazione mia e della città per quanto accaduto che sorprende e desta non poca apprensione. Non può un ospedale come quello di Sciacca, che serve non solo la città ma un intero territorio, arrivare a non disporre di aree di cura di così grande rilevanza per la salute dei cittadini. Aggiungo che nessuna struttura sanitaria dovrebbe arrivare a tal punto. Mi ha assicurato che entro oggi la sala sarà riparata e riattivata. Mi auguro che ciò avvenga nel più breve tempo possibile e che non ci siano intoppi.
“La questione, mi preme sottolineare, – aggiunge il sindaco Fabrizio Di Paola – non è però la semplice riparazione della sala. Ma come si è arrivati al punto di doverla chiudere e di interrompere un servizio sanitario. Ciò, ripeto, non dovrebbe accadere, non dovrebbe essere consentito. Invito pertanto la direzione generale dell’Asp a farsi seriamente carico della questione, di vigilare attentamente sulla situazione interna all’ospedale di Sciacca, di essere più attenta su chi ha la responsabilità della qualità dei servizi e della perfetta funzionalità dei vari reparti per evitare che un qualsiasi guasto, un inconveniente, un imprevisto, possano pregiudicare lo svolgimento di servizi salvavita. Non vorrei, poi, che quanto accaduto fosse il segnale di un male maggiore”.