Dal primo ottobre 2015, Poste Italiane ha avviato in maniera graduale la nuova rivoluzione dei recapiti.
La riforma, nella sostanza, introduce la consegna a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale, oltre a prevedere incrementi tariffari sia per la posta ordinaria che per quella prioritaria.
Da questa rivoluzione, però, sono esclusi i quotidiani, la prioritaria, la Raccomandata 1 e gli Atti Giudiziari, che continueranno ad essere consegnati ovunque tutti i giorni.
L’accordo è stato firmato a settembre da tutte le sigle sindacali.
In Sicilia, la sperimentazione di questo nuovo modello di recapito a giorni alterni, partirà l’8 febbraio 2016. Al momento saranno coinvolti alcuni Comuni della provincia di Catania come Gravina, Mascalucia, Tremestieri, Acireale, Acicatena, Acicastello e Augusta (SR). Se non ci saranno ulteriori modifiche nelle prossime settimane saranno coinvolte Messina, Siracusa e Palermo.

Se tale sperimentazione – ancora poco chiara e definita – andrà a buon fine, porterà gradualmente entro il 2017, all’attuazione del nuovo modello anche negli altri Comuni e province .
La Sicilia è stata – insieme all’Emilia Romagna – individuata quale regione “sperimentale” ma ancora a Roma bisogna definire modalità ed individuare città metropolitane.

A seguito di tale riforma i bene informati, paventano nella nostra regione, tagli nel settore postale di oltre 1000 unità’.

Al segretario regionale della Slp Cisl Giuseppe Lanzafame non convince questa rivoluzione e spiega: “Tante nubi incombono sul nuovo modello, infatti stiamo valutando seriamente ad un eventuale modifica dell’accordo firmato. Non solo. Mancano strutture e mezzi, e tutto questo si ripercuota sulla qualità del servizio al cittadino e del lavoro. Inoltre, ogni portalettere, con questo sistema è titolare di due zone invece che una e ciò significa che hanno dovuto imparare velocemente le strade della nuova area, ma anche che a ogni uscita si trovano una borsa piena di corrispondenza”.
“Da sempre la CISL – continua il sindacalista – ha chiesto di rispettare regole e accordi ma spesso questi, sono disattesi dall’azienda”.
“Altro tallone di Achille, che preoccupa parecchio la categoria, sono l’ eccedenze di personale che si quantificano in quasi mille risorse alla fine dell’implementazione, e che solo in parte sarà’ riqualificato per essere assegnato ai servizi finanziari.”
Dunque si preannuncia un vero e proprio tsunami in Poste Italiane e la preoccupazione del sindacato spaventa non poco i lavoratori del recapito.
“Riteniamo – spiega Lanzafame – che la perdita di 1000 posti di lavoro sia eccessiva per la nostra regione. La CISL, consapevole delle difficoltà del mercato postale, da sempre sollecita l’azienda a nuovi mercati come quello della digitalizzazione, che potrebbero risolvere in parte il problema esuberi”.
“Infine – conclude il segretario – questo processo di modifica interessa una categoria di lavoratori che in questi giorni, a seguito di un inchiesta interna, ha ricevuto procedimenti disciplinari. Inchiesta, che a nostro avviso, necessita di una profonda riflessione e chiarimenti. Contestazioni, che nuoceranno inevitabilmente al clima già di per se’ molto rovente. Pretenderemo e vigileremo sull’ applicazione dei contenuti degli accordi per dare, responsabilmente qualità del servizio, diritti ai lavoratori e speranza ad una categoria che da sempre ha creduto a POSTE ITALIANE !”