“Sulla vicenda del prestito, ad Agrigento, da parte del Ministero, dell’opera di Gian Lorenzo Bernini “Salvator mundi”, ancora una volta si sta cercando di discriminare il Sud e in particolare una città con 2.600 anni di storia e un immenso patrimonio archeologico monumentale che ha pochi eguali nel mondo”.
Lo dichiara il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, intervenendo a seguito delle polemiche scaturite dopo la decisione del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di consentire l’esposizione del prezioso busto presso la Chiesa di Santo Spirito, in occasione della Sagra del Mandorlo in Fiore.
La scultura, non ricade sotto la competenza del Ministero dei Beni Culturali ma appartiene al Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.
“L’esposizione dell’opera marmorea del Bernini – prosegue Firetto – è un omaggio alla storicità di questa città, da sempre culla di antiche civiltà, e accostare la contestuale “Sagra del mandorlo”, che da 71 anni festeggia la precoce primavera che fa imbiancare di fiori la millenaria Valle dei templi, riducendola ad un fatto “paesano”, è pura disinformazione per non usare il termine “speculazione”.
Annualmente il Parco Archeologico e il Museo sono visitati da oltre 600 mila persone e il prestito temporaneo dell’opera del Bernini, per un raffronto se pur minimo tra l’Arte del Seicento con il Barocco siciliano, rappresentato dai pregevoli stucchi del Serpotta che “cingeranno” la preziosa opera del Bernini nella chiesa del Complesso Monumentale di Santo Spirito, è operazione di grande respiro culturale. Non si comprenderebbe per quale motivo il possibile trasferimento dell’opera in prestito alla città di Monza avrebbe maggiore dignità rispetto alla città di Agrigento. Opere come “il busto” realizzato dal Bernini sono patrimonio del Paese non della Capitale né di singole città!”.