Approda ad Agrigento – e inaugura Fam Gallery, un nuovo spazio dedicato ai linguaggi delle arti contemporanee – la mostra fotografica di Leo Matiz dal titolo “La Passione di Frida” (fino al 20 marzo 2016). Inaugurazione sabato 20 febbraio 2016 ore 19.00.

Si tratta di una ventina di ritratti che il fotografo colombiano, fra i dieci più grandi del Novecento tanto da essere presente nella collezione del MoMA di New York, ha dedicato a Frida Kahlo, la grande pittrice messicana da lui incontrata a Città del Messico negli anni quaranta del secolo scorso, quando il paese era attraversato da furori di rivoluzione e guerra, ma anche da sentimenti di gioia e di speranza.
La mostra della Fam Gallery è realizzata grazie al prestito delle fotografie di proprietà del Museum di Bagheria, Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia, diretto da Ezio Pagano e a sua volta donate al Museum dalla “Leo Matiz Foundacion” per volere della figlia del fotografo, Alejandra Matiz. Un catalogo raccoglie gli scatti in mostra ad Agrigento insieme al contributo critico di Franco Carlisi.

“’La passione di Frida’ è il fil rouge delle numerose fotografie scattate ad una donna il cui carattere, la cui determinazione, nonostante il corpo deturpato da un terribile incidente, si mostrano con grande evidenza espressiva del volto e nella sofferenza che, contemporaneamente traspare”. Lo scrive Serena Oliveri nel catalogo della mostra su Leo Matiz “L’eloquenza del silenzio”, a cura di Ezio Pagano, tenutasi a Melbourne nel 2005. Da questa felice intuizione critica della Oliveri prende spunto la mostra alla Fam Gallery di Agrigento, evento che segue la grande retrospettiva dedicata lo scorso anno all’artista messicana a Roma (Scuderie del Quirinale) e Genova (Palazzo Ducale).

2 - LEO MATIZ, Frida Kahlo davanti la Casa Azzurra, Coyoacàn, Città del Messico, 1944, LGTL’interesse di Matiz si concentra in questo caso sullo “stato d’animo” dell’artista, impresso nell’immagine fotografica con estrema naturalezza. Il percorso espositivo della mostra è fedele alle scelte di Leo Matiz nell’impostare il suo reportage. Scrive Carlisi nel catalogo: “Non possiamo guardare a questi ritratti di Kahlo senza considerare che si tratta di fotografie di Matiz. La personalità del fotografo non soccombe a quella della pittrice e Matiz non rinuncia, con la scelta dell’inquadratura e della luce, a parlarci di sé: della sua formazione, delle sue predilezioni e delle sue idiosincrasie. D’altro canto, che cosa è il gesto del fotografo risolto in un istante, se non la sintesi della sua cultura?”.

Il personaggio si presenta dapprima con un primo piano, poi con un mezzo busto, quindi un intero, con o senza ambientazione scenografica, per passare poi allo studio della pittrice. Un quadro, le tavolozze, i colori, la luce, e quegli elementi che personalizzano l’ambientazione dello studio di Frida: uno specchio e la sedia a rotelle, entrambi strumenti indispensabili al suo lavoro. Il reportage continua con Frida e Diego Rivera, Frida nella “casa blu”, Frida ed i suoi allievi.