La giunta comunale di Raffadali ha oggi deliberato la prosecuzione, fino al 31 dicembre prossimo, di 37 contratti a tempo determinato riferiti a lavoratori in servizio presso il comune di Raffadali.
In precedenza l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Silvio Cuffaro, aveva incontrato i lavoratori interessati dal rinnovo. Durante la riunione è stata ancora una volta affrontata la problematica relativa al precariato di circa 15mila lavoratori in servizio da più di venti anni presso gli enti locali di tutta la Sicilia, per la quale non si può o non si vuole trovare una soluzione.
Tale situazione si è ulteriormente aggravata nel 2016 in conseguenza dei tagli, sempre maggiori, operati dalla regione sul contributo in favore dei comuni, e rischia di divenire un vero e proprio dramma già a partire dal 1° gennaio 2017, data dalla quale si paventa la mancata conferma dei rapporti di lavoro sulla base della normative nazionale e regionale vigenti.
L’invito/appello che parte da Raffadali, rivolto a tutti i sindaci dei comuni siciliani, ai sindacati e ai lavoratori interessati è dunque quello di prendere, tutti assieme, una posizione molto forte nei confronti sia del governo regionale, sia di quello nazionale, al fine di trovare, una volta per tutte, le soluzioni adeguate al problema.
Come per esempio:
– l’impiego del 100% delle risorse finanziarie assunzionali derivanti dalle cessazioni di personale, in favore dei lavoratori precari;
– l’abolizione della norma regionale in ordine alla decurtazione delle somme dovute a compensazioni degli squilibri finanziari;
– la permanenza dei contributi di almeno cinque annualità da parte della regione per ogni lavoratore stabilizzato nella misura fino a oggi concessa;
– riserva del 100% dei posti vacanti nelle dotazioni organiche degli enti, anche part-time, senza il vincolo del 25% attualmente previsto;
– proroga dei contratti in essere fino alla completa stabilizzazione dei precari;
– permanenza dell’attuale beneficio finanziario a carico della regione, nei confronti degli LSU erogato tramite l’INPS, da trasferire ai comuni, per almeno cinque anni, che nell’esternalizzazione dei servizi impegnano 500 cooperative formate da lavoratori appartenenti al bacino degli LSU.
Da Raffadali parte dunque l’invito a tutte le parti in causa: amministrazioni comunali, sindacati e lavoratori a promuovere congiuntamente azioni di protesta da concordare, al fine di affermare il diritto al lavoro di migliaia di lavoratori che grazie al loro lavoro garantiscono l’espletamento delle funzioni fondamentali che i comuni debbono assicurare alla collettività.