Sulla vicenda della norma dalla Giunta Crocetta proposta all’Ars, con cui di fatto si sospendono le convenzioni con i Comuni sui proventi derivanti dalla vendita dei biglietti nei siti culturali regionali, l’amministratore del Distretto Turistico Valle dei Templi, Gaetano Pendolino, ha inviato una nota indirizzata al Presidente della Regione, al Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, al presidente e al segretario generale dell’Anci Sicilia, e alla deputazione agrigentina e nissena, con cui esprime preoccupazione per il futuro del territorio.
“In un’economia depressa come la nostra, che sta puntado tutte le sue risorse sul turismo e in particolare sul turismo culturale, e quindi indissolubilmente legata al patrimonio che insiste sul territorio, la volontà dell’assessore Vermiglio, sottoscritta dalla Giunta regionale rischia di ridurre al collasso le già asfittiche risorse da riservare alla promozione. Se da un lato le imprese del turismo e dei servizi stanno compiendo sforzi indicibili per poter migliorare l’offerta, dall’altro la Regione e i burocrati destinati alla gestione delle risorse derivanti dagli incassi dei biglietti di ingresso intendono togliere ossigeno, ritenendo di essere i depositari della sensibilità culturale, rischiando di indebolire di fatto il futuro di un territorio, dell’economia e della vita stessa dei cittadini, delle loro famiglie. La valorizzazione e la promozione di un territorio passano attraverso una compartecipazione con chi in questo territorio vive, opera, lavora, investe. Tale assunto coincide con le leggi regionali, con i principi e le linee guida del Governo nazionale e della Comunità Europea e con le direttive che riguardano i siti Unesco.
Oggi si intende bypassare Comuni, realtà territoriali, associazioni, enti, parti sociali, perché si vuole mettere a tacere la volontà dei Comuni che li rappresentano nella loro varietà e complessità. Ci auguriamo che ciò non avvenga e che si ponga freno alla volontà retrograda di mettere il nostro futuro culturale, promozionale e di offerta turistica nelle mani della burocrazia dei Beni Culturali”.