“Una solerzia mai riscontrata prima e per di più viziata da un palese atteggiamento irrispettoso nei confronti di organismi della stessa Istituzione”.
Il consigliere comunale di Agrigento, Pasquale Spataro, torna a bacchettare l’Ufficio di Presidenza di aula Sollano, reo di avere convocato una seduta per il prossimo 25 luglio senza l’ok della conferenza dei capigruppo, che non si è potuta riunire per mancanza del numero legale.
“Al di là del punto inserito all’ordine del giorno, relativo alla sospensione delle convenzioni, deciso dalla Regione, per la destinazione ai Comuni del 30% degli incassi nei siti dei beni culturali, che certamente merita attenzione e approfondimenti, quello che salta subito agli occhi è l’operato dei vertici di aula Sollano che confermano di agire non nell’interesse e tutela del Consiglio, espressione della volontà popolare, ma dell’amministrazione attiva. Rappresentano insomma – tuona Spataro – una sorta di settimo assessore della giunta Firetto, piuttosto che esercitare, in modo pieno ed imparziale, il ruolo istituzionale che compete loro, cioè quello di coordinamento nell’organizzazione e nello svolgimento dei lavori consiliari. E la mia rinnovata presa di posizione critica di oggi nei confronti del presidente e dei vice presidenti – sottolinea Spataro – è dettata da una ormai ciclica e puntuale condotta che mortifica e penalizza il mandato del consigliere. Un fatto certamente assurdo, ma vero e attuale. Per quanto mi riguarda, ad esempio, che fine hanno fatto le mie continue richieste e sollecitazioni per la convocazione di una seduta da dedicare alla vicenda Cupa? Nessun riscontro. Così come, per non urtare la suscettibilità politica di Firetto, l’Ufficio di Presidenza prova adesso a prendere tempo sulla seduta da destinare al dibattito in ordine alla relazione annuale del sindaco. Invoco quindi la stessa solerzia, la medesima tempestività, quasi imbarazzante, esibita per la questione legata allo sbigliettamento, perché il Consiglio comunale nella sua interezza merita rispetto e merita di essere rispettato, anche dal capo dell’amministrazione di Palazzo dei Giganti, il quale – conclude Spataro – farebbe meglio a dare sostanza alle cose e a non scivolare sulla forma e sull’estetica, i suoi cavalli di battaglia. Firetto porti allora, con sollecitudine, la relazione in aula, in ossequio alle disposizioni previste dalla normativa in materia”.