Sono stati poco più di 7.000 gli spettatori paganti che, nelle tre serate al porticciolo di San Leone, hanno assistito al Notre Dame de Paris con il ritorno del cast originale. «Abbiamo concluso quest’avventura con un bilancio di poco in attivo – ha detto Enzo Bellavia – e ciò soprattutto grazie alla scelta della location alternativa, decisamente meno costosa rispetto alla Valle dei Templi. Se avessimo perseverato nell’allestimento del teatro nell’area archeologica, avremmo dovuto totalizzare non meno di 12.000 paganti solo per recuperare le spese».
Lo stesso Bellavia, tracciando un bilancio, spiega le motivazioni, legate ad imposizioni di natura economica, che lo hanno indotto ad abbandonare il progetto degli spettacoli estivi nella Valle. «Purtroppo l’area di piano San Gregorio inizialmente individuata per il Notre Dame De Paris – ha detto – ed anche per altri concerti per concludere con Gianna Nannini in programma il prossimo 23 agosto, si è presentata ai nostri occhi, durante i primi sopralluoghi, in condizioni davvero pessime.
Gli operai inviati sul posto sono stati letteralmente assaliti dalle zecche. Hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche. Ed ancora serpenti, sterpaglie ed ogni genere di vegetazione allo stato selvaggio oltre che tutti gli impianti in sottotraccia lasciati dalle precedenti edizioni totalmente distrutti dall’incendio del 2014. Avevo chiesto all’Ente Parco che mi venisse rinnovata la convenzione dell’area compensando parte dei canoni demaniali con un massiccio intervento di bonifica, dato che l’utilizzo della stessa comporta un primo canone di concessione variabile da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 2.000 euro giornaliere – per la stagione 2015 è stato applicato il massimo di 2000 euro – oltre ulteriori 585 euro di canone annuale ed il 3 per cento degli incassi. Ma a seguito di un’intensa corrispondenza epistolare con Ente Parco e Assessorato regionale ai beni culturali, mi è stato risposto – per volontà del nuovo Commissario straordinario Campo – che se volevo allestire il teatro nella Valle avrei dovuto provvedere io stesso, a mie spese, ad effettuare la bonifica dell’area.
Quindi, poiché insistevano ancora dei manufatti della precedente edizione, sono stato invitato a rimuoverli e a riconsegnare immediatamente le aree. Contestualmente sono stato anche diffidato ad intraprendere qualsiasi attività promozionale degli spettacoli nonostante fossero concordati con il direttore Parello molto tempo prima. Insomma, a conti fatti, non era un’operazione conveniente: impossibile recuperare spese di bonifica, allestimento e soprattutto canoni di concessione raddoppiati al massimo (più di quelli per la concessione di un intero teatro stabile come il Verdura di Palermo). Neanche se avessimo fatto sold out per tre sere e con più posti a sedere rispetto a quelli disponibili a San Leone avremmo pareggiato. Per cui, in data 3 giugno, effettuati i bonifici integrativi relativamente al raddoppio dei canoni già pagati nel mese di ottobre 2015, abbiamo deciso di andare avanti con l’allestimento al porticciolo turistico, peraltro già urbanizzato e senza la necessità d’interventi di manutenzione, con un decimo di canone demaniale rispetto alla Valle. A tutto ciò va aggiunto che la Prefettura, se avessimo fatto lo spettacolo nella Valle, avrebbe giustamente intensificato i controlli all’ingresso (peraltro già rigidi come si è visto) poichè il sito della Valle risulta decisamente più a rischio attentati.
Eppure, nonostante le perplessità sollevate alla vigilia su San Leone, la scelta del porticciolo è stata apprezzata all’unanimità da tutti quelli che si sono recati a vedere lo spettacolo. Gli applausi a scena aperta e l’entusiasmo straripante lo hanno ampiamente dimostrato. In molti, addirittura, visitavano il Teatro al porto durante il giorno, per curiosità e per vedere che effetto faceva in quel contesto avveneristico come nelle grandi città. Alcuni di essi arrivavano direttamente in barca per constatare l’impatto positivo della struttura a ridosso dello specchio d’acqua».
Bellavia ha anche parlato dei risvolti di natura occupazionale. Sono state impegnate circa 350 persone che hanno lavorato per almeno una settimana grazie al Notre Dame de Paris. «Tutti agrigentini – ha sottolineato Bellavia – dal primo all’ultimo.
A fare eccezione, per ovvi motivi, il personale di sicurezza arrivato da Palermo». Sul fronte viabilità l’organizzatore ha ammesso che il servizio navetta andrebbe quanto meno raddoppiato. Ed allo stesso tempo ha elogiato l’eccezionale lavoro svolto dai Vigili Urbani di concerto con tutte le forze dell’ordine. Anche i diportisti hanno contribuito alla realizzazione di tutto ciò sacrificando le loro attività natanti, sostituendo le serate di spettacolo con le uscite in barca. Non meno sorprendente, a dispetto delle molte perplessità iniziali legate in maniera particolare alla titubanza dei tanti rispetto all’impatto che il teatro avrebbe provocato insediandosi in un contesto abitativo frequentato, l’atteggiamento dei residenti che hanno saputo pazientemente cogliere gli aspetti positivi della nuova situazione apprezzando la possibilità di un lungomare sgombero da vetture e quindi perfettamente fruibile a piedi e in bicicletta. Tutto ciò h dato a molti la sensazione di passeggiare in una delle tante località balneari che ormai da anni vivono e godono della ZTL sui lungomari.
Certo, ancora molti aspetti sono da perfezionare. Ma del resto ogni cambiamento provoca disagi, fastidi e contestazioni. In questo senso Notre Dame è stato un test di prova fondamentale che da un lato ha dimostrato come sia possibile, anche per i turisti, raggiungere il lido direttamente dal centro cittadino, fermo restando che occorre in qualche modo incrementare il numero di bus che fanno da spola dal centro alla periferia e prolungare l’orario di fine corsa notturna almeno oltre mezzanotte, in particolare durante occasioni di questo genere ma in linea generale anche durante il periodo estivo. Questo consentirebbe di diminuire il numero dei mezzi in circolazione, soprattutto durante i fine settimana e nel cuore della stagione estiva. «Abbiamo un teatro mobile ormai collaudato – ha concluso Bellavia – che possiamo montare e smontare in tempi rapidissimi garantendo efficienza ed elevati standard di qualità. Un risultato che ha sorpreso noi stessi e che certamente, con le precauzioni e i perfezionamenti necessari, consentirà di ospitare anche il prossimo grande evento della stagione agrigentina: il concerto di Gianna Nannini in programma il 23 agosto».