“La politica e le istituzioni, a vario livello, dimostrino di avere  a cuore le sorti del Cupa. Non a parole, non con i rituali e sterili annunci periodici, ma  con i fatti. Serve un sussulto di orgoglio, accompagnato da una convinta e profonda assunzione di responsabilità”.

Il consigliere comunale di Palazzo dei Giganti, Pasquale Spataro, lancia un accorato appello a chi governa il territorio, nelle sue molteplici articolazioni, affinché si faccia fronte comune per salvare e rilanciare il Consorzio Universitario di Agrigento.

“La gestione del Cupa è stata affidata senza dubbio a mani esperte e qualificate – aggiunge Spataro – il presidente Armao è persona rispettabilissima e competente. Ma da solo non potrà mai superare questa fase di emergenza e porre le basi per ridare slancio all’attività del Consorzio, la cui situazione finanziaria lascia davvero pochi margini di manovra. Le sue parole, pronunciate all’interno di aula Sollano, aggiunge Spataro – sono state chiare e lucide. Apprezzo la sua franchezza e la sua onestà, anche per essersi caricato sulle spalle questo immenso fardello. Il presidente Armao non ha evidentemente la bacchetta magica, il suo lavoro e le strategie di ripresa passano attraverso la disponibilità dei fondi, necessari anche per mantenere (lo ha detto espressamente) gli attuali livelli occupazionali. Le risorse economiche, ecco il punto nodale: quelle che oggi mancano e che vanno in qualche modo recuperate. La deputazione regionale agrigentina faccia a pieno la sua parte, difenda questa struttura con le unghie e coi denti, Tutti i sindaci agrigentini, seppur alle prese con bilanci disastrati, contribuiscano con una quota minima. E poi c’è l’ex Provincia regionale: il 20 novembre si  andrà alle elezioni. La nuova governance del Libero Consorzio, oggi tiratosi fuori dal Cupa, assuma un impegno concreto rispetto alla gestione del Cupa. Ecco, è su queste basi – sottolinea Spataro – che si potrà concretamente fronteggiare l’emergenza, ripartire e programmare il futuro con fiducia. Altrimenti sarà davvero dura garantire una prospettiva seria ai nostri giovani, soprattutto a quelli, e non  sono pochi, che non possono permettersi di sostenere costi elevati per frequentare Atenei fuori provincia. Il tempo delle parole è allora scaduto, la parentesi delle promesse è sonoramente chiusa – conclude Spataro – è arrivato il momento per i parlamentari agrigentini e per gli amministratori di questo territorio,  in collaborazione con i finanziatori privati, di rispondere presente e di lasciare un tangibile segno del loro operato. Il Cupa è un faro che non si può  e non si deve spegnere”.