Dopo Jono Manson, che aveva suonato alla Drogheria nel luglio scorso, al Sounday torna un’ospite internazionale. In questo caso si tratta di Bocephus King, canadese di Vancouver ed affermato bluesman di caratura internazionale. Amante dell’Italia e del Mediterraneo, James Perry – questo il suo nome di battesimo – si trova in Italia per aver partecipato come ospite alle Targhe Tenco 2016, dove ha portato in scena “E se ci diranno”.

Tante le influenze che contaminano la musica di King: da Springsteen a Tom Waits, da Fellini a Woody Guthrie, passando per Prince. In Italia ha collaborato con il cantautore Andrea Parodi, in occasione dei suoi primi due dischi, mentre la rivista Buscadero, dedicandogli la copertina, lo ha descritto così: “è la seconda volta che mettiamo un artista sconosciuto in copertina. La volta scorsa era toccato a Tracy Chapman”.

Da non perdere, dunque, il concerto del canadese, che inaugura un mese di novembre molto vario e movimentato: seguiranno, infatti, i live del siracusano Carlo Barbagallo, della goriziana Samuela Schilirò e dei palermitani Nkantu d’Aziz.

Nel frattempo gli organizzatori pensano già al mese di dicembre, quando sul palco della Drogheria arriveranno almeno un paio di live di musica elettronica, un inedito per Sounday.

Bocephus King, all’anagrafe James Perry, è una delle più grandi promesse della musica rock canadese. Arriva da Vancouver e più precisamente da Tsawwassen, una piccola cittadina sull’Oceano Pacifico dal fiero nome indiano. Poco più a sud dello stesso promontorio si trova la cittadina di Point Roberts, contesa nel corso degli anni tra Stati Uniti e Canada, ora territorio americano anche se confinante per 3/4 con acque canadesi e per 1/4 con Tsawwassen. Ed è proprio in questo surreale paese di pescatori che Bocephus King spesso si rifugia a scrivere canzoni.

Pochi minuti per varcare il confine e arrivare in un luogo in lotta con la propria identità dove gli abitanti sono cresciuti ascoltando John Prine e gli ACDC. Forti contrasti che si riflettono nella musica e soprattutto nella personalità di James Perry che ha dovuto per necessità costruire un personaggio capace di contenere tutte queste sfaccettature.

Bocephus King sembra uscito dal mondo del vaudeville, un Humphrey Bogart o un Robert Mitchum senza tempo che incontrano al bancone di un diner Tom Waits, Nina Simone e il drugo del Grande Lebowsky (si racconta che il buon Jamie se ne andasse al cinema in accappatoio dopo essersi tuffato nelle onde gelide dell’Oceano Pacifico). Bocephus King ha all’attivo 5 dischi: Joco Music, A small good thing, The Blue Sickness, All children Believe in Heave e Willie Dixon God Damn, due dei quali (il secondo e il terzo) pubblicati dalla New West Records, etichetta cult di Austin tra le prime ad accorgersi dello suo straordinario talento. Bocephus King si fa conoscere anche in Italia grazie a questi due dischi e il magazine Buscadero gli dedica addirittura la copertina commentando: “è la seconda volta che mettiamo un artista sconosciuto in copertina. La volta scorsa era toccato a Tracy Chapman”.

Bocephus King arriva in tour in Italia infiammando ogni tipo di palcoscenico dove si trova a suonare, da solo in acustico o con la sua band, The Rigalattos. Dal vivo è una miscela esplosiva capace di spaziare tra sonorità blues, gospel, gipsy e country, rileggendo un intero secolo di musica americana. Ci sono echi di Woody Guthrie, Dylan, Springsteen, Waits ma anche Prince, Townes Van Zandt e tanto, tanto Cinema da Fellini a Quentin Tarantino passando per l’estro dei fratelli Coen. In Italia incontra il giovane cantautore Andrea Parodi di cui produce i suoi primi due dischi (Le Piscine di Fecchio e Soldati). Bocephus King torna in Italia e nel Mediterraneo per gettare le basi del suo prossimo disco che come sempre sarà soprattutto un grande viaggio, ricco di contaminazioni.

Appuntamento, quindi, a domenica 6 novembre, alle 21.30, alla “Drogheria”, in Corso Roma 22 a Licata.