“L’istituto della “democrazia partecipata” trae spunto da una previsione normativa regionale che dà la possibilità di un utilizzo condiviso del 2% dei trasferimenti regionali attraverso forme di consultazione popolare.
Il coinvolgimento dei cittadini, quindi, è essenziale perché si dia seguito a quanto voluto dal parlamento regionale, ma ciò era ed è anche un obiettivo programmatico di questa amministrazione.
Abbiamo ritenuto che lo strumento del sondaggio attraverso il web potesse essere un metodo rapido ed efficace di consultazione popolare. Laddove sono state riscontrate anomalie nei report di voto abbiamo prontamente ritenuto di rivedere le modalità tecniche di voto, riproponendo il sondaggio con sistemi correttivi delle possibilità di alterazione del voto e della volontà popolare.
Diverse segnalazioni su anomalie di funzionamento del sistema ancora da perfezionare, provenienti da consiglieri comunali, giornalisti, cittadini facebookiani, ci inducono a riflettere ancora una volta ma, soprattutto, ci mostrano la volontà dei cittadini di partecipare all’azione di questa amministrazione. Se l’obiettivo dell’istituto della democrazia partecipata è questo, le reazioni degli agrigentini sono il segno forte e chiaro della direzione di marcia da mantenere.
Ovviamente un sondaggio telematico, valido ed efficace, resta sempre un sondaggio aperto a coloro che hanno la possibilità tecnica di utilizzare uno strumento adatto, ed una parte della popolazione questa possibilità non ce l’ha. Queste ragioni spingono ad affiancare al sondaggio stesso forme di partecipazione attiva mediante incontri aperti da concludere, con un’espressione di voto con metodo da stabilire”.