Nelle puntate precedenti abbiamo imparato a conoscere meglio gli strumenti finanziari necessari per investire il frutto dei risparmi accumulati seguendo l’insegnamento della formica di esopica memoria.
E’ bene sapere, però, che prima di procedere con gli investimenti è opportuno, se non addirittura indispensabile, effettuare un’oculata pianificazione finanziaria che, muovendo dall’esame del bilancio familiare composto, da un lato, dalle risorse disponibili, dalle entrate derivanti da attività lavorative (salari, stipendi, compensi ecc.), extra lavorative (indennità, rendite, affitti ecc.) e finanziarie (cedole, dividendi ecc.) e, dall’altro, dalle spese correnti (alimenti, utenze, abbigliamento, carburanti, manutenzioni ecc.) cui si sommano gli impegni finanziari in essere (prestiti, mutui, coperture assicurative ecc.) e le imposte e tasse cui la famiglia è soggetta.
In generale, tendiamo a pianificare quando non abbiamo certezze per il futuro, quando le previsioni sono difficili da effettuare perché molteplici sono le variabili che condizionano gli accadimenti.
Nel campo finanziario pianificare è quindi fondamentale perché nessuno – nemmeno i più abili professionisti del settore – ha la sfera di cristallo per vedere il futuro, nessuno può fare previsioni sull’andamento dei mercati. Dunque le previsioni, che pure si fanno, non hanno un grado di attendibilità tale da poter basare scelte di investimento immuni da rischi ed è per questo che sono e resto convinto che la pianificazione finanziaria sia una validissima strategia che consente di assecondare l’imprevedibilità dei mercati e ci fa mantenere la rotta sul nostro orizzonte temporale senza mai perderlo di vista.
La pianificazione finanziaria è perciò un valido supporto di programmazione che consente al consumatore ed alla famiglia in generale, di analizzare efficacemente le proprie risorse finanziarie per soddisfare esigenze od obiettivi futuri e per farla correttamente occorre una preventiva disamina della situazione patrimoniale, economica, finanziaria, previdenziale, assicurativa e fiscale del nucleo familiare poiché solo una panoramica dell’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare posseduto, sommato al proprio “capitale umano” potrà aiutare la famiglia a fare scelte oculate ed efficaci.
Per far ciò aiuta la redazione di un prospetto in modo da tener conto non solo delle spese tracciabili (bonifici, carte e bancomat) ma soprattutto delle spese regolate in contanti che spesso sfuggono dal computo. E’ sulla base delle informazioni desunte dal prospetto che si potrà calcolare l’entità del risparmio potenzialmente ottenuto in un determinato periodo di tempo (trimestre, semestre o anno) ed avere la consapevolezza delle scelte di investimento più opportune.
Il passaggio successivo è l’individuazione degli obiettivi che la famiglia si prefigge nel breve, medio e lungo periodo cosicché si potrà individuare quale possa essere il capitale risparmiato da mettere a frutto per un determinato orizzonte temporale.
A questo punto voglio chiarire un concetto tanto semplice quanto concreto, ovvero che occorre diffidare da coloro che propongono o invocano il miglior investimento in assoluto poiché ciò non esiste, è solo un miraggio. Esistono, invece, ottime soluzioni e strategie di investimento da adattare specificamente e non “a tappeto” a tutti risparmiatori avendo noti, per ogni individuo, i suoi obiettivi, la conoscenza degli strumenti finanziari, la cultura, le esperienze lavorative e formative, la capacità patrimoniale e, non ultimo, la sua propensione al rischio.
La principale strategia di investimento da mettere in atto è la “diversificazione” degli investimenti con cui ottenere un duplice risultato: da un lato diversificare i rischi e dall’altro approfittare delle situazioni generali per investire là dove c’è valore.
Una corretta diversificazione degli investimenti deve tener conto, principalmente, del fattore temporale – ovvero seguire gli obiettivi dell’investitore ed allocare il suo capitale in una logica di investimento a breve, medio e lungo termine – e del fattore geografico, investendo quindi a livello globale.
Nella diversificazione più ampia si pone molta attenzione al fattore di crescita – individuando mercati emergenti ed aziende in espansione – ed alla tipologia di strumenti finanziari, in modo da scegliere fra un’ampia gamma di titoli quali azioni, obbligazioni, titoli di stato ecc.
Ancora più evoluto è il concetto di diversificazione “non correlata” ovvero, in parole semplici, la strategia che prevede la costruzione di portafogli con in pancia titoli di aziende attive in settori economici totalmente differenti fra loro cosicché, se un determinato settore economico – per esempio automotive – e le relative aziende automobilistiche soffrono un periodo di crisi, si avrà la possibilità di compensare la conseguente perdita di valore dei titoli di quelle aziende con il surplus nel frattempo ottenuto, per esempio, dalla crescita del settore dell’energia da fonti rinnovabili e dalle performance ottenute dalle aziende produttrici di energie alternative.