Da ormai oltre trent’anni sul mercato ci sono diversi sistemi, strategie e strumenti per ottenere un’efficace diversificazione finanziaria, consentendo di mitigare i rischi intrinseci degli investimenti e, nel contempo, conseguire ottime performance. Fra questi, i più utilizzati e noti al vasto pubblico dei risparmiatori, anche retail, sono i fondi comuni d’investimento. Scopo di questa peculiare forma d’investimento è la raccolta di masse di denaro provenienti dai risparmiatori da collocarsi in titoli presenti sul mercato di riferimento previa un’attività altamente professionale che, attraverso indagini, studi ed analisi dei mercati finanziari, degli stati sovrani, di settori economici ed aziende, permette di individuare ottime soluzioni su cui allocare le risorse finanziarie approvvigionate.
Le figure protagoniste del fondo comune di investimento sono: la società di gestione, cioè il soggetto giuridico che istituisce il fondo, ne gestisce le strategie ed adotta i regolamenti; il soggetto depositario, ovvero la banca cui la società di gestione affida il compito di custodire materialmente i titoli e la liquidità e che, alla luce delle prescrizioni di Banca d’Italia, effettua controlli di legittimità sulle attività del fondo medesimo; infine i “fondisti”, ovvero coloro che partecipano al fondo comune investendo i loro risparmi tramite l’acquisto di quote del fondo.
Come ogni strumento finanziario, anche il fondo comune d’investimento (o semplicemente fondo) è contraddistinto da un codice internazionale denominato ISIN (International Securities Identification Number) che identifica univocamente gli strumenti finanziari presenti sul mercato siano essi azioni, obbligazioni, titoli di stato, ETF ecc.
Tramite l’ISIN, ogni possessore di quote di fondi potrà verificare quotidianamente il valore quota dei diversi fondi non solo dal proprio home banking messo a disposizione dalla propria banca ma anche sul sito di Borsa Italiana e sui quotidiani specializzati.
In base alla loro costituzione, ovvero in relazione alla tipologia di strumenti finanziari che il gestore sceglie per l’asset allocation, i fondi si distinguono in monetari, obbligazionari, azionari e bilanciati.
Più specificamente, i fondi monetari investono in titoli a breve scadenza (Bot o bond con scadenza ad un anno), i fondi obbligazionari investono in obbligazioni corporate ed in titoli di Stato pluriennali. Caratteristica di questa tipologia di fondo è la bassa rischiosità, la bassa volatilità e pertanto registra una bassa redditività. Generalmente, ad investire in fondi monetari ed obbligazionari sono i risparmiatori con un minimo grado di propensione al rischio e con un profilo di investitore prudente che preferiscono ricevere un flusso cedolare periodico con cui ottenere un’entrata supplementare che si somma alla principale fonte di reddito.
I fondi azionari, invece, sono più adatti ad investitori più intraprendenti poiché investono prevalentemente in azioni e, talvolta, anche in obbligazioni convertibili in azioni e pertanto evidentemente più rischiosi rispetto ai fondi obbligazionari. I fondi azionari sono strumenti finanziari definiti “ad accumulo” in quanto le azioni non prevedono distribuzione di cedole periodiche.
I fondi che mixano e tendono ad ottenere una sorta di bilanciamento fra investimenti azionari ed obbligazionari sono detti, appunto, “bilanciati” ed in conseguenza di tale obiettivo di mitigazione del rischio sono maggiormente adatti per i risparmiatori con un profilo un po’ più intraprendente.
Mi preme evidenziare che sul mercato esiste un’altra differenziazione fra fondi comuni d’investimento ovvero, i fondi di titoli, cioè fondi che investono in singoli titoli (titoli di stato, bond, azioni ecc.) e fondi di fondi, categoria, quest’ultima, che investe in quote di altri fondi costituiti e gestiti da OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) purché in linea con gli obiettivi e con le caratteristiche del fondo acquirente. Più semplicemente, un fondo obbligazionario ed un fondo azionario acquisteranno, rispettivamente, quote di fondi che investono in obbligazioni o azioni nel rispetto del regolamento interno.
In linea generale, poiché i fondi investono in una molteplicità di titoli (azioni, obbligazioni, titoli di stato ecc.) i gestori riescono ad ottenere rendimenti più elevati e mantengono un grado di volatilità (oscillazione) inferiore rispetto a quanto potrebbe registrarsi in caso di investimento in singoli titoli.
E proprio grazie a questa strategia dei gestori che riescono a bilanciare i rischi differenziando l’asset allocation per area geografica, per titoli, per settore economico e per tipologia di mercato che i fondi comuni di investimento riescono a svolgere un’ottima diversificazione degli investimenti, situazione pressoché impossibile da ottenere investendo individualmente in singoli strumenti finanziari a disposizione per i piccoli risparmiatori.
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