Sono stati presentati ieri, nel corso di un’apposita conferenza stampa, il programma e gli obiettivi del convegno/mostra sulla rigenerazione urbana sostenibile che si terrà a Favara, all’interno del Castello Chiaramontano, il 12 ed il 13 maggio, per iniziativa dell’Ordine degli Architetti e della Fondazione Architetti nel Mediterraneo – Agrigento.
Promuovere nuove politiche di gestione del territorio. Su questo tema l’Ordine e la Fondazione AMF intendono alimentare il dibattito, coinvolgendo esperti di caratura internazionale, il Consiglio nazionale e la Consulta Regionale degli Architetti, l’Università di Palermo, il Polo Universitario di Agrigento ed i rappresentanti delle istituzioni regionali e locali preposte al “Governo del Territorio”.
“L’obiettivo principale è quello di stimolare un’inversione di tendenza delle politiche di gestione del territorio adottate nelle nostre città negli ultimi 50 anni; politiche che hanno puntato ad una espansione edilizia assolutamente sovradimensionata rispetto alle reali esigenze residenziali – ha detto il vice presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Rino La Mendola -. Ciò ha prodotto una serie di problemi, come l’abbandono dei centri storici, l’esagerato consumo di suolo – che viene sempre più impermeabilizzato, alimentando le alluvioni ed i disastri ambientali a cui assistiamo sempre più spesso – ed il notevole aumento della spesa necessaria per garantire i servizi ed opere di urbanizzazione su una superficie sempre più ampia, a fronte di un mancato incremento dei contribuenti, rischiando di alimentare un progressivo dissesto finanziario delle casse comunali. Con il convegno, prendendo spunto delle esperienze che hanno avuto successo in Europa, ci confronteremo con esperti di caratura internazionale e con le competenti istituzioni locali e regionali, sulle nuove politiche di gestione del territorio da attuare per la rigenerazione delle nostre città. Politiche che puntino al recupero del patrimonio edilizio esistente, alla valorizzazione dei centri storici, alla drastica riduzione del consumo di suolo ed alla riqualificazione delle periferie. Tutto ciò in attuazione a nuovi modelli di sviluppo sostenibile”.
“Abbiamo deciso di dedicare questa iniziativa a un tema di grande attualità – ha detto il presidente dell’Ordine provinciale degli architetti, Pietro Fiaccabrino – che è stato strutturato in due giornate. Nel corso della prima saranno inaugurate le mostre dei progetti di rigenerazione urbana che riflettono le esperienze europee di successo e le tesi di laurea del corso di studi in Architettura dell’Università di Palermo. Mentre al seconda giornata vedrà un importante confronto e le riflessioni sul tema, ci offriranno il proprio contributo studiosi di chiara fama ed esperti in materia quali, per citarne un paio, Mario Cucinella e Oriol Capdevila”, ha concluso Fiaccabrino.
Per Calogero Giglia la scelta è ricaduta su Favara “perché proprio qui c’è l’esempio della rigenerazione urbana che è la Farm Cultural Park, un ambizioso progetto di cambiamento socio-culturale, che prende avvio sette anni su iniziativa dei coniugi Andrea Bartoli e Florinda Saieva e che, fin da subito, si rivela di essere un progetto dirompente e contagioso. In pochissimi anni prende avvio un percorso trasformativo visibile non solo nella ristrutturazione e rivitalizzazione dei cortili, ma soprattutto nella grande mobilitazione – a livello locale, nazionale e internazionale – di risorse economiche, professionali ed umane che si coagulano per avviare cambiamento più ampio che investe tutto il paese di Favara e non solo”.
Riflettori puntati sugli eventi che apriranno la due giorni, e che secondo Giuseppe Grimaldi fanno parte di”un evento storico e di caratura internazionale. Il 12 e 13 maggio, infatti, Favara sarà trasformata in una vera e propria esposizione a cielo aperto. La presenza storica del presidente del Consiglio nazionale, Giuseppe Cappochin, il quale sul “riuso” si spende con costanza, unitamente a tutto il Consiglio nazionale, arricchirà il dibattito sulle nuove politiche urbanistiche. L’esperienza di Favara è un esempio di come investimenti privati possano generare fenomeni “emulativi” volti alla riqualificazione dei nostri centri storici. A questo andrebbero, però, associate politiche incentivanti. Per tale circostanza, leggere della revoca del finanziamento per il centro storico di Agrigento (del tutto in controtendenza con le nuove politiche di rigenerazione urbana sostenibile) è avvilente. Siamo, però, convinti che eventi come questi possano dare opportuno impulso anche al dibattito politico”.