Era emozionato ieri sera, 26 giugno, l’attore Enrico Lo Verso prima di entrare in scena al Teatro Pirandello di Agrigento con il suo ” Uno, nessuno e centomila”. Parlando di quest’opera come “un dono”, non ha nascosto di ritenere un’occasione unica poter rappresentare una delle opere più filosofiche e complesse del drammaturgo agrigentino nella città che in questi giorni ne festeggia il 150esimo dalla nascita.
“Poter essere qui, dove Pirandello ha ‘subìto’ queste riflessioni su sé stesso, così come le subisce Vitangelo Moscarda – spiega l’attore – è emozionante, così come lo è poterlo condividere con il pubblico di Agrigento. Non è stato facile essere qui, ma sapevamo che la gente avrebbe risposto bene”.
Una scommessa vinta, dato che lo spettacolo, voluto dal Comune di Agrigento e inserito nel “Festival della Strada degli Scrittori” ha riempito il teatro ben oltre ogni aspettativa. Tanti i giovani e giovanissimi tra il pubblico che al termine di un’ora e mezza di un monologo dal ritmo altissimo, è esploso in 8 minuti di applausi, rimanendo incollato alla poltrona, come a chiedere di poter rimanere ancora, immerso in quella suggestione.
“Questo spettacolo – ha detto Lo Verso – è per me un regalo bellissimo; abbiamo girato l’Italia per un anno avendo un successo totalmente insperato. Non avrei mai creduto che questo testo, che nasce come romanzo di pura filosofia e viene poi riadattato, potesse avere tanto seguito tra il pubblico. Ci ha particolarmente colpito la grande partecipazione di giovani, che non soltanto vengono a vedere lo spettacolo, ma tornano a vederlo e, spesso, chiedono ai genitori di andare a teatro. E’ una vittoria per chi sta sul palcoscenico: è il momento in cui ti rendi conto che non sei in teatro a pontificare, ma che stai condividendo una curiosità, una voglia di compartecipazione. ‘Uno, nessuno e centomila’ – ha proseguito – mi sta donando emozioni che non pensavo fosse possibile provare, dopo tanti anni di teatro. Di questo ringrazio ogni sera Pirandello”.
Un messaggio, quello trasferito dal testo, che secondo l’attore è oggi assolutamente contemporaneo, in una società sempre più dell’apparenza. “Il bisogno ossessivo di decidere un’immagine per se stessi sperando che gli altri vedano la stessa immagine che vediamo noi – dice – è quel che succede quotidianamente su tutte le pagine social. Pirandello tutto questo lo aveva già previsto. E’ arrivato prima di noi”.
E’ la statura di Lo Verso, tuttavia, a restituire al vasto pubblico un tema così complesso con il massimo dell’efficacia. Da solo, ma in compagnia dei centomila Moscarda, vestito di bianco in un allestimento cupo, l’attore ha accompagnato gli spettatori in un vertiginoso viaggio dentro la mente di un uomo che rimette in discussione ogni principio della propria vita, smontando e rimontando ogni giorno la propria immagine di sé”.