A conclusione del convegno che si è tenuto giorni fa ad Agrigento su problematiche Reumatologiche in Medicina Interna , molto apprezzato dai partecipanti, i Pazienti Reumatici, hanno lamentato l’assenza da parte della Dirigenza dell’Asp 1 di Agrigento, alla tavola rotonda dal titolo significativo “ Quale sarà il futuro della reumatologia agrigentina ?.

Più volte le associazioni AILS e ANMAR, hanno cercato di sensibilizzare i responsabili dell’Asp1 all’argomento, nell’ottica anche di una valutazione partecipata da parte dei cittadini, alle attività della pubblica amministrazione e per il superamento delle criticità individuate dall’utenza.

Nel sottolineare che l’Ambulatorio di Reumatologia dell’U.O.C. di Medicina Generale dell’ASP AG1 è l’unico centro di Reumatologia di 2° livello, nonché l’unico centro di distribuzione dei farmaci biologici per la provincia di Agrigento e province limitrofe (Caltanissetta ), hanno stilato un elenco di tali criticità e precisamente: lunghe liste d’attesa
sia per la prima visita, che per il controllo, causando migrazioni dell’Utenza verso altre province (Palermo, Catania ), difficoltà ad accogliere i pazienti all’esordio della malattia e/o ad avere una diagnosi certa ed una terapia adeguata in tempi brevi, ambulatorio aperto un solo giorno a settimana con tempi molto brevi da dedicare a ciascun paziente, mancanza di personale di comparto dedicato, Personale medico dedicato, insufficiente e condiviso con U.O. di Medicina, mancato coinvolgimento dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali, assenza di un gruppo di coordinamento nel territorio, mancanza di ambulatori dedicati ultraspecialistici ( connettiviti/vasculiti/ malattie rare), mancanza di confort ambientale, ascensori adeguati e funzionanti, sale di attesa adeguate, personale formato per l’accoglienza, segnaletica, arredamento adeguato.

Le associazioni AILS e ANMAR rivendicano che siano superate le criticità su esposte e che possano essere tempestivamente attuate le seguenti proposte migliorative: potenziare l’ambulatorio e ridurre i tempi di attesa, aumentare le ore di attività ambulatoriale istituzionale settimanali, assegnare il personale di comparto dedicato, creare un gruppo di coordinamento territoriale per migliorare i contatti con il medico di famiglia e lo specialista ambulatoriale del territorio, mettere a disposizione dei pazienti un locale idoneo, (che non può essere l’attuale stanzino, pieno di suppellettili, armadi, frigorifero, tavoli e cestini di rifiuti ) dove potere effettuare le terapie infusionali in sicurezza, implementare le attività diagnostico terapeutiche ( videocapillaroscopia, ecografia osteoarticolare, infiltrazioni articolari, videoflorografia, esame del DLCO.

Le associazioni AILS e ANMAR, chiedono ai responsabili aziendali di farsi carico della soluzione dei problemi esposti, a tutela della salute degli ammalati, al fine di non continuare, ad arrecare Loro e alle Loro famiglie, ulteriori ed insopportabili disagi.