Prima le nomine, e adesso anche le deleghe. Gli assessori del primo governo Musumeci della 17esima legislatura hanno intascato gli incarichi. In ordine alfabetico: l’avvocato e professor Gaetano Armao, di Forza Italia, vice presidente della Regione e all’Economia. L’agronomo Edy Bandiera, di Forza Italia, all’Agricoltura. L’avvocato Toto Cordaro, dei Popolari e Autonomisti, al Territorio e Ambiente. L’avvocato Marco Falcone, di Forza Italia, a Infrastrutture e Mobilità. Vincenzo Figuccia, dell’Udc, a Energia e Servizi di pubblica utilità come acqua e rifiuti.
L’avvocato Bernadette Grasso, di Forza Italia, alle Autonomie locali e Funzione pubblica. La farmacista Mariella Ippolito, dei Popolari e Autonomisti, alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro. Il professor Roberto Lagalla, di Idea Sicilia, all’Istruzione e Formazione professionale. Il colonnello Sandro Pappalardo, di Fratelli d’Italia, al Turismo, Sport e Spettacolo. L’avvocato Ruggero Razza, di Diventerà Bellissima, alla Sanità. Vittorio Sgarbi, come indipendente, ai Beni culturali e Identità siciliana. E l’avvocato Girolamo Turano, dell’Udc, alle Attività produttive. Nel frattempo, la neonata maggioranza di centrodestra, ancora nemmeno battezzata, scricchiola di già. Infatti, l’esclusione della Lega-Noi con Salvini dalla giunta ha scatenato un contenzioso politico che sarà difficile risolvere.
Il coordinatore della Lega-Noi con Salvini nella Sicilia orientale, Angelo Attaguile, ribatte: “Quanto accaduto è molto grave politicamente. Meloni e La Russa non hanno mantenuto gli impegni presi con noi: loro hanno chiesto e ottenuto un posto nel listino del presidente Musumeci, e toccava a noi l’indicazione in giunta. Invece non è andata così. Quando abbiamo posto la questione a Musumeci, ci ha risposto vedetevela voi. Dunque, andremo da soli in aula. Il nostro deputato Rizzotto farà gruppo a sé. All’Assemblea voteremo le leggi caso per caso. La maggioranza di centrodestra non è più di 36 deputati, ma di 35. Non cerchiamo vendette, non ci metteremo di traverso su Gianfranco Miccichè, candidato presidente dell’Assemblea, anzi proprio lui ha riconosciuto che c’era un accordo per la giunta che non è stato rispettato”.