Dal quartier generale di Google, azienda statunitense leader nel settore ICT, è partito uno dei progetti internazionali più innovativi nel campo della formazione.
Fra i giovani su cui il colosso informatico ha deciso di investire c’è anche un giovane agrigentino: Giorgio Burruano, 34 anni, architetto libero professionista, designer ed appassionato di tecnologia. È lui uno dei vincitori del “Google Developer Challenge Scholarship”, il bando per la formazione di sviluppatori di app (applicazioni per smartphone, tablet, pc e altri dispositivi tecnologi) che ha lo scopo di colmare il crescente divario tra le figure richieste dal mercato del lavoro le competenze digitali disponibili.
Il corso di fomrazione, nato in collaborazione con Udacity – organizzazione educativa nata da un progetto dell’Università di Stanford – è un’opportunità per sviluppare ulteriormente le sue competenze nel settore ICT in fatto di programmazione software e di linguaggi informatici.
“Aver vinto questa borsa di studio – racconta Burruano – è un’occasione da sfruttare al massimo. Sono davvero contento perché al bando hanno partecipato candidati da tutto il mondo. Questo mi riempie di orgoglio ma soprattutto motivazione”
Avendo lavorato prima in studi di ingegneria e poi come libero professionista, Giorgio è convinto che investire sulle nuove tecnologie sia fondamentale. Per questo motivo è in costante aggiornamento e si sta specializzando nelle soluzioni smart e su misura per le aziende, i privati ed anche per un su progetto personale “Akragas Game Zone” che propone l’utilizzo dei mobile device al fine di una maggiore comprensione ed interazione con il territorio della città in cui risiede, Agrigento.
“Tecnologia. Rete. Territorio. È connettendo queste tre dimensioni che immagino il futuro di Agrigento e di ogni città che voglia accettare la sfida del futuro. Credo che tale sviluppo non riguardi solo il settore dell’informazione e del servizi ma anche e soprattutto il mercato del lavoro. Ed è proprio grazie a nuove idee e opportunità che un territorio come il nostro può rifiorire” conclude Burruano.