L’assessore della Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro della Regione Siciliana Mariella Ippolito è il nuovo coordinatore della Commissione Speciale Immigrazione ed Italiani all’Estero in seno alla Conferenza delle Regioni. Vicario è il vice presidente della Regione Liguria Sonia Viale.

“Intendo rafforzare le politiche a favore degli immigrati presenti per facilitarne l’inserimento lavorativo, l’inclusione sociale e quella culturale – ha annunciato il neo coordinatore della Commissione -. Maggiori sforzi dedicherò alla realizzazione di interventi a favore di diverse fasce di immigrati più deboli, rivolgendo pertanto una particolare attenzione alle donne, ai giovani, e ai soggetti a maggior rischio di esclusione. Non tralasciando di portare all’attenzione di questa Commissione il problema dei minori non accompagnati e la sentita esigenza di assicurare loro particolare tutela”. Ad Ippolito sono stati rivolti gli auguri di buon lavoro da parte di tutti gli altri assessori regionali in videoconferenza e di quelli presenti nella sede romana della Presidenza della Regione Siciliana. È emersa una sensibile univocità di intenti nel trattare la questione.

Dopo l’insediamento dell’assessore Mariella Ippolito, la Commissione ha proseguito i lavori relativamente alle misure emergenziali per il Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione (FAMI). I finanziamenti europei per gli immigrati regolari vanno investiti in un breve arco temporale, così che i lavori sono stati aggiornati ai primi di febbraio.

Infine un confronto propedeutico si è tenuto in vista del tavolo tecnico di fine gennaio, preparatorio alla Conferenza Permanente Stato/Regioni/Pubblica Amministrazione/Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

“La mia – ha aggiunto in merito l’esponente del Governo Musumeci – è una terra che ha visto per motivi di lavoro partire molti conterranei. È particolarmente sentito da parte mia il bisogno di mantenere in essi vivo il legame con le proprie origini. Ritengo prioritario coltivare contatti e rapporti con tutti gli emigrati che non hanno mai reciso il cordone ombelicale con la propria terra e, al contempo, stabilire anche un contatto con i loro figli e pronipoti, perché anche loro mantengano vivo il legame con le origini dei propri avi. Quest’ultimo è un rapporto che va alimentato con particolare cura per evitare che nelle nuove generazioni questo senso di appartenenza alla terra ed alla cultura di origine si affievolisca fino a scomparire”.