Un bicchiere al giorno, toglie… l’ansia di torno! Una recente notizia ha dato adito a nuove informazioni circa i vantaggi che il consumo di vino può avere sul nostro organismo, sempre rimanendo entro i limiti dei 2 bicchieri al giorno.
Per chi studia l’enologia o segue un corso sommelier (a proposito, tra le scuole più famose troviamo l’Accademia Degustibuss, che offre corsi certificati per degustazione vino, barman e corso per sommelier a Roma) è noto che spesso sono stati esaltati i benefici effettivi del vino rosso, con polifenoli e resveratrolo in primo piano. La nutrizione come prevenzione di malattie croniche, mette in correlazione abitudini alimentari e patologie cardiache e tumorali, per questo anche il vino è stato analizzato come elemento apportatore di principi nutritivi equilibrati.
La miscela corretta di vari alimenti in genere si riferisce alla dose equilibrata di proteine, vitamine, sali minerali, zuccheri e acidi grassi. In tal senso il vino è un alimento complesso che contiene diverse sostanze, oltre 250, responsabili di aroma e sapore, ma anche per l’apporto di benefici al nostro organismo.
I valori nutritivi e salutari del vino
Il valore nutritivo più forte è legato all’alcol etilico (zuccheri), ma sono noti soprattutto i composti fenolici, dei costituenti non alcolici contenuti nel vino rosso, che svolgono un’ottima azione contro il colesterolo e sono antiossidanti naturali come il resveratrolo, i flavonoidi, i procianidoli, etc.
La funzione anticolesterolo, in particolare, è tipica del vino mentre nei superalcolici non ci sono sostanze tali da esercitare un’azione benefica che riduce la tendenza alla trombosi, dilatando i vasi sanguigni e migliorando il flusso dalle coronarie in un’attività “anti-ictus”.
Nel vino è presente anche il glicerolo, una sostanza importante nella prevenzione delle malattie vascolari, dato che riduce il tasso di acidi grassi liberi nel sangue.
Oltre a questi benefici del vino nell’alimentazione già noti, una notizia recente conferma che un uso moderato di alcol protegge il cuore dagli attacchi cardiaci.
Come? Una ricerca scientifica condotta in Brasile, dall’Istituto di Scienze Biomediche dell’Università di San Paolo, ha dato dei risultati interessanti riguardo alla digestione da parte del fegato dell’etanolo: questo processo aiuta le cellule miocardiche a proteggersi dagli attacchi cardiaci, producendo un enzima difensivo.
Si tratta dell’aldeide deidrogenasi-2, detto ALDH2, un enzima che smaltisce le tossine durante la digestione dell’alcol, ed è anche in grado di distruggere quelle prodotte dalle cellule cardiache nei casi in cui lo stress al miocardio sia nocivo, ovvero nel caso di un attacco cardiaco.
In definitiva, un’assunzione moderata di alcol e di etanolo suscita una risposta delle cellule in grado di abbassare lo stress al miocardio, e proteggersi dai danni in modo “automatico”. Quando arriva un infarto, infatti, lo stress provoca il rilascio di una tossina nociva che distrugge i nuclei delle cellule, la tossina 4-HNE. Il cuore che riceve etanolo sembra che reagisca meglio, e salvi molte cellule in più, rispetto a quello che non ne riceve.
Ovviamente, gli eccessi di alcol sono negativi, e un consumo di vino sopra la media rende la funzione dell’enzima benefico molto più difficile, anzi va a peggiorare la situazione nel caso in cui un uso eccessivo di alcol causa una produzione altrettanto eccessiva di ALDH2, con la conseguente distruzione di molte cellule – un effetto inverso, quindi, a quello benefico di chi si mantiene sulle quantità che apportano al nostro corpo solo i benefici del vino.