Riceviamo e pubblichiamo la nota della Segreteria C.S.T. UIL Agrigento
Quasi un anno di governo regionale Musumeci e dobbiamo constatare che ancora quella spinta in direzione dello sviluppo e della ripresa economica non c’è in Sicilia. Questo non lo pensa solo la Uil di Agrigento ma gran parte dei cittadini isolani.
Adesso dopo due finanziarie, ad aprile e a luglio, lo stesso Presidente Musumeci parla di una manovra di assestamento di altri 400 milioni di euro approvata in giunta, un’altra notizia poco confortante in un clima di fibrillazione politica che è sotto gli occhi di tutti.
E, se tutto va bene, per ripianare il disavanzo si dovrà approntare un piano da spalmare in tre anni. Ergo non ci aspettano giorni sereni.
Ci piacerebbe capire, a questo punto, il Governo cosa intende fare per invertire la rotta, perchè sembra fin troppo evidente che quelle riforme promesse e le azioni di rilancio siano ancora rimaste nei cassetti.
Se ancora sui fondi europei abbiamo rimbrotti continui dagli organi di controllo e la spesa è ingessata è perché si è speso più per convegni e feste, che per aiuti alle imprese. E se anche i progetti del Patto per il Sud arrancano, a questo punto più di qualcosa non torna. Del resto le province siciliane hanno difficoltà ad approvare i bilanci e sbloccare i fondi a causa del prelievo forzoso con lo Stato centrale. Pertanto, non possiamo esternare ottimismo.
La Uil di Agrigento aspetta delle soluzioni concrete al rilancio di imprese, di nuova occupazione e di opportunità che stentano a decollare, i dati in nostro possesso dimostrano che i giovani della nostra isola emigrano e non aspettano più le lentezze della politica a fare scelte mirate che creino sviluppo. E le opportunità come i tirocini e garanzia giovani sono stati finora purtroppo pannicelli caldi.
Noi chiediamo che su molte criticità il governo debba avere l’umiltà di confrontarsi perché dalle organizzazioni sindacali, alle organizzazioni di categoria ed ai siciliani, il cambio di passo declamato da Musumeci in campagna elettorale e con l’insediamento del suo governo, quasi un anno fa, a oggi non vi è stato e non si può far finta di nulla perché la crisi è ancora più pungente.