Un modo per “ricucire uno strappo”, per colmare il vuoto “incomprensibile” di una mancata celebrazione dei 60 anni del “Gattopardo”, ma anche un modo per restituire giustizia ad uno dei grandi libri del ‘900, opera dalla storia travagliata, insieme ai suoi maggiori esperti e con chi, come il figlio adottivo Gioacchino Lanza Tomasi, ha visto da vicino Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
La mancata pubblicazione da parte di grandi di case editrici, l’accusa, durata anni, di essere un libro di “destra”, la beffa di un successo arrivato solo dopo la morte dell’autore e tanti altri spunti sono gli elementi della serata-spettacolo svoltasi ieri al teatro “Pirandello” di Agrigento gremito in ogni ordine di posti. Un evento voluto dall’associazione “Strada degli Scrittori” con il patrocinio del Comune di Agrigento, del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e della Fondazione Teatro Luigi Pirandello per celebrare la pubblicazione dell’opera tradotta nel film di Visconti e anche per ricordare Leonardo Sciascia, a 29 anni dalla scomparsa. Un filo rosso tra due autori esaminato anche con i contributi di due grandi esperti di letteratura, di Sciascia e del “Gattopardo”, i professori Silvano Nigro e Salvatore Ferlita. Il confronto, moderato dal giornalista Felice Cavallaro, presidente della “Strada degli scrittori” ha visto anche la proiezione di due contributi video di Andrea Camilleri e Gaetano Savatteri. Un’occasione per approfondire alcuni aspetti delle profetiche intuizioni sciasciane e dell’opera di Tomasi di Lampedusa, individuando anche dettagli poco noti (o poco notati) del libro, come il fatto che il principe di Salina muoia nello stesso giorno in cui sarebbe poi nato Benito Mussolini. Incastro di date che per il professore Nigro aiuterebbe a interpretare uno dei passaggi chiave del romanzo su “iene e sciacalli” destinati a sostituire i “gattopardi” nella gestione del potere in Italia. Ed ancora la singolare svista di Tomasi che, durante la descrizione del celebre banchetto a base di un timballo con carni, tartufi e prosciutti fumanti, fa brindare i protagonisti con un vino bianco anziché rosso. Pecca sanata da Luchino Visconti nella trasposizione cinematografica e spiegata al “Pirandello” con un sorriso da Lanza Tomasi: “La verità è che il principe era astemio e di vini, nei fatti, non capiva nulla”.
E’ stata insomma una serata ricca di contenuti, impreziosita da alcuni importanti contributi artistici. A cominciare dalla presenza dell’attore Sebastiano Lo Monaco, direttore artistico del Teatro Luigi Pirandello, che ha interpretato alcuni brani da “Il Gattopardo”, “Il Consiglio d’Egitto”, “Il Giorno della Civetta” e “Le parrocchie di Regalpetra” strappando applausi a scena aperta. Diversi anche i momenti musicali a tema con l’orchestra dei docenti dell’Istituto Giuseppe Tomasi di Lampedusa-Angelo D’Arrigo di Palma di Montechiaro e una rievocazione del ballo del Gattopardo. Bravi anche due studenti del liceo classico Empedocle di Agrigento impegnati nella lettura di alcuni brani del “Gattopardo” legati al tema della morte. Infine una esibizione della giovanissima ma già affermata cantante Chiara Rizzo, del liceo “Martin Luter King” di Favara, allieva dell’accademia “Palladium”, applaudita per “Preghiere salpate”, la sua canzone sulle migrazioni e sulla Sicilia. Coinvolto nell’organizzazione anche l’Ipsseoa Ambrosini di Favara.
Durante la serata, realizzata anche grazie ad alcuni sponsor, prova del grande interesse delle imprese sulle iniziative della “Strada degli Scrittori”, itinerario turistico letterario legato ai luoghi di alcuni dei più grandi autori del Novecento, è stato anche annunciato dal presidente dell’Unione filatelica siciliana Giulio Perricone che il prossimo 14 dicembre sarà emesso uno speciale annullo filatelico e un francobollo dedicato ai 60 anni del “Gattopardo” e che alla Posta centrale di Palermo sarà anche distribuita per l’occasione una cartolina della “Strada degli Scrittori”.