Pensa, credi, sogna, osa: quattro parole per un’esortazione è questo il messaggio cardine del prossimo Giovaninfesta, che si svolgerà il Primo Maggio 2019 a Menfi. Uno slogan che diventa ritornello anche dell’inno ufficiale della manifestazione, giunta ormai alla 35ma edizione. Il brano, scritto da Pietro Mangiaracina e Giuseppe Corsale, si intitola “Ho sognato un angelo” e, con un testo positivo e un arrangiamento dinamico e ritmato, suggerisce di non perdere mai la speranza di credere nel proprio futuro.
Pronto anche il logo della nuova edizione concepito da Antonella Giovinco e realizzato da Mario Butera, un tramonto stilizzato, che racchiude in sé qualcosa in più di un attimo da immortalare. Innanzitutto il territorio di Menfi, il suo sole e il suo mare Bandiera Blu, con 12 chilometri di costa e di spiagge incontaminate. E poi il messaggio, scritto e iconizzato: “Pensa, credi, sogna e osa…”, motto di questo anno pastorale che nel logo prendono la forma di una nuvoletta e di un cuore che tramonta sul mare.
Ecco dunque che “Pensa, credi, sogna e osa…” prendono forma; ecco che l’Arcidiocesi di Agrigento e la città di Menfi, che il Primo Maggio 2019 ospiterà Giovaninfesta, trovano una sintesi in un logo, per comunicare la gioia e i valori di un grande evento, di un percorso in grado di cambiare menti e cuori, per sognare in grande.
Di cosa parla L’inno. L’inno, interpretato dal poliedrico artista menfitano Pietro Mangiaracina, parla di un giovane che in sogno incontra il suo angelo custode, colui che lo consiglia, lo aiuta ad affrontare piccoli e grandi problemi dell’esistenza, un angelo che lo assiste e gli apre gli occhi sulla strada da seguire. “Basta crederci e capire che la vita è veramente bella – recita il suggestivo testo – non voglio perdere più tempo e vivere senza sognare, penso al mio domani, a realizzare i nostri sogni con tenacia e con immenso amore”. Un testo per riflettere in un brano che mette gioia e allegria, che sarà cantato e ballato dalle migliaia di giovani attese a Menfi in occasione del prossimo grande raduno diocesano di Giovaninfesta.
Il logo: il suo significato. La nuvoletta, tipica dei fumetti, usata per esprimere un pensiero, per l’appunto, o un sogno, luogo privilegiato in cui le aspirazioni dell’uomo e il progetto di Dio si incontrano, riprendendo l’invito di Papa Francesco a “sognare in grande”.
La croce, che riprende il logo dell’Arcidiocesi di Agrigento, che rinnova il credo, che stende le braccia fra il cielo e il mare in segno di perenne alleanza; che ricorda il Tau francescano, ultima lettera dell’alfabeto ebraico e – come l’omega greca – rappresenta Dio nella sua perfezione. Un sigillo di redenzione, quello con cui San Francesco chiudeva le sue lettere e dava inizio alle sue azioni. Quale migliore segno per ricordare la necessità di dover fare scelte ponderate… Quale migliore “influencer” di Francesco, il giovane che ha saputo sognare, cambiando la propria vita e diventando testimone per la Chiesa universale… Il cuore, sulla linea dell’orizzonte, è la trasfigurazione del sole: la luce che si fa amore. E ci ricorda il detto “gettare il cuore oltre l’ostacolo”, ossia la capacità di prendere decisioni coraggiose, di osare appunto: sursum corda, in alto i cuori, esortazione per farci coraggio, stare di buon animo, tenere alto il morale e preparare la ripartenza, inizio di un nuovo giorno, di una vita nuova.