Il Festival del Mandorlo in Fiore, già a partire dal 2016 è stato concepito con la necessità di proporre un’offerta culturale, che fosse di livello qualitativo consono a quel valore materiale, rappresentato dall’ Area archeologica della Valle dei Templi, che nel 1997 ha ottenuto il riconoscimento Unesco e nel 2015 è stata dichiarata di “eccezionale valore per l’Umanita”.
“Abbiamo avuto, al riguardo, una intuizione che tendesse a rendere l’evento straordinario: un Festival che fosse costituito da espressioni delle arti performative, già identificate e promosse dall’ Unesco come patrimoni immateriali, che si muovessero in un parallelo ideale con quellomateriale costituito dalla Valle, con la sua archeologia e il suo paesaggio”.
E’quanto spiega il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento Giuseppe Parello, anticipando che anche quest’anno la qualità delle performances sarà di grande valore.
Del resto – continua Parello – le tradizioni, le arti, le consuetudini, i rituali, le cognizioni e le abilità, sono gli elementi che costituiscono il patrimonio immateriale di ogni popolo. Noi anche quest’anno – afferma – ci siamo giovati di una scelta operata al massimo livello dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Agrigentoconclude il Direttore – vivrà, con il 74° Mandorlo in Fiore, un grande momento culturale, sapendo di accogliere quei “Patrimoni” che, in quanto tali, possiedono ciò che stabilisce la convenzione internazionale sul Patrimonio dell’Umanità: i valori di universalità, unicità e insostituibilità, che, qualora andassero persi non sarebbe possibile recuperare, e ciò basta questo per avere consapevolezza del privilegio, riservato a quanti potranno ammirarli e assistere ai loro spettacoli”.
E anche quest’anno sarà il pubblico partecipante ad assegnare il Tempio d’Oro, esprimendosi tramite una cartolina distribuita durante gli spettacoli al Palacongressi, o il sito web e i link social dedicati.
“Vogliamo riproporre la collaudata formula che assegna un ruolo attivo direttamente agli spettatori del festival – conferma il Direttore Parello – rafforzando così quel rapporto tra questi ultimi ed i “Patrimoni” che durante le performances, siano riusciti a raccontare la propria cultura immateriale Unesco e trasmetterla, conquistando il gradimento e il voto della comunità. Il Festival del Mandorlo in fiore – conclude- è del resto, conoscenza, concordia, valorizzazione delle identità culturali, abbattimento di qualunque barriera e dunque partecipazione di tutti”