“Pensare di uscire fuori da questa situazione è per noi calciatori, argomento quotidiano. Non riusciamo a non parlarne, a non pensarci. Si tratta della nostra vita, di quella dei nostri familiari”.
Si sfoga così Giuseppe Gambino, il capitano dell’Akragas, dopo che le speranze di tornare a giocare nel mese di dicembre, sono naufragate dopo l’emissione dell’ultimo provvedimento di Conte.
Un colpo decisivo, forse, per un settore che coinvolge milioni di soggetti a vario titolo e genera, o meglio generava, un’economia che riusciva a sostenere migliaia di famiglie.
Per Gambino, per anni nel professionismo, non scendere in campo con i compagni è sicuramente una sofferenza. E in questo periodo, alterna ai pomeriggi in videochiamata con lo staff e gli allenamenti individuali, momenti di svago personale ma anche di lavoro per programmare il futuro.
“Ho un progetto che sto portando avanti da un po’ di tempo – spiega il “Gambo” -, sto realizzando un impianto sportivo con campi padel e calcetto nel mio paese. Quindi nella prima parte della giornata, mi dedico a tutti gli aspetti tecnici, contabili e burocratici. Poi non trascuro la mia campagna. Mi trasformo in contadino, una cosa che mi ha sempre appassionato sin da piccolo. Curo i miei limoni, le arance, i cocus, sradico erbacce”. E nell’attesa che qualcosa si muova in campo, il progetto più grande lo ha messo in cantiere con la sua compagna di vita. Gambino, infatti, ad aprile diventerà papà di una bambina. “Siamo felici e contiamo i giorni che mancano alla nascita di nostra figlia” ha ammesso. Un evento che il capitano, sicuramente, celebrerà con un nuovo tatuaggio: “Penseremo anche a quello” ha concluso sorridendo Gambino.