“Tornerò alla chiesa della Madonna del Monte di Racalmuto per celebrare Messa con i calice donato da Leonardo Sciascia”.
Così ieri, al termine di una visita privata a “Casa Sciascia”, il vescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano.
Il pastore della chiesa agrigentina, nei giorni del Master di Scrittura della Strada degli Scrittori dedicato alle “Parole della pandemia” che si è svolto all’interno del polo culturale “San Lorenzo” grazie ad una proficua collaborazione con l’Arcidiocesi e il Mudia, ha voluto così ricordare la figura del grande scrittore racalmutese nell’anno del centenario della nascita.
A Casa Sciascia mons. Damiano, accompagnato tra gli altri da don Giuseppe Pontillo, direttore dell’ufficio dei beni culturali della Curia e dal direttore della Strada degli Scrittori Felice Cavallaro, ha appreso degli anni della formazione di Sciascia accanto alle zie di cui spesso lo scrittore parla nei suoi libri.
Grande è stata la sorpresa di mons. Damiano nell’apprendere che nel marzo del 1989, Leonardo Sciascia, a pochi mesi dalla morte, si recò al palazzo arcivescovile per salutare l’allora neo vescovo mons. Carmelo Ferraro e per donare un calice seicentesco in argento che poi venne utilizzato dallo stesso Ferraro per celebrare i funerali dello scrittore. Il calice è ancora oggi conservato nella chiesa della Madonna del Monte.
Tra i libri che si trovano nella casa in cui visse Sciascia fino al 1958, riaperta al pubblico 2 anni fa grazie al bibliofilo Pippo Di Falco che l’ha acquistata, il vescovo si è soffermato su un’antica edizione della Storia della chiesa siciliana risalente a metà ’800 e su un racconto di Jean Hoüel, viaggiatore del Grand Tour che nel 1700 visitò nell’agrigentino anche le chiese di Racalmuto e le miniere di sale.