Un fiume in piena di studenti e docenti, tanti turisti provenienti da tutta la Sicilia e non solo. Duemila visitatori circa hanno, infatti, affollato ieri le vie e le piazze di Agrigento e Favara, in occasione delle Giornate FAI di Primavera.
Un successo forse inaspettato, dopo due anni di emergenza sanitaria, ma sicuramente cercato e sperato dalla Delegazione FAI di Agrigento e FAI Giovani, per dare speranza al territorio, oltre la guerra e la pandemia.
Si continua questa mattina. Una domenica speciale con dieci aperture straordinarie, 7 ad Agrigento e 3 a Favara (dove ieri è andata il visita il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa) e il Treno storico lungo i binari della Valle dei templi. Un omaggio che la Delegazione FAI di Agrigento, il FAI Giovani ed il Giardino della Kolymbethra hanno voluto tributare al territorio agrigentino in occasione del trentennale.
Ecco tutti i luoghi aperti con orario sabato e domenica: dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00: www.fondoambiente.it
Ecco gli orari del Treno Storico ALN 668
ANDATA
Partenza da Agrigento Centrale: 9:00 – 10:23 – 11:40 – 14:00 – 15:23 – 17:23
Arrivo a Tempio di Vulcano: 9:27 – 10:50 – 12:07 – 14:27 – 15:50 – 17:50
RITORNO
Partenza da Tempio di Vulcano: 9:40 – 11:00 – 12:40 – 14:40 – 16:00 – 18:00
Arrivo a Agrigento Centrale: 10:10 – 11:30 – 13:10 – 15:10 – 16:30 – 18:30
Le schede dei luoghi aperti con orario sabato e domenica: dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00:
Tutti i luoghi su http://giornatefai.it/
Agrigento
Scala Reale, Alloggio prefettizio e Saletta espositiva della Questura di Agrigento
L’edificio della Provincia e della Prefettura, che si affaccia su via Gioeni, piazza Vittorio Emanuele II e piazzale Aldo Moro, ha una importanza strategica in quanto fu uno dei primi edifici che, nell’Ottocento, vennero costruiti fuori dalla cinta muraria, cambiando radicalmente l’aspetto della città. Proprio nella Piazza Vittorio Emanuele II, in continuità con la Prefettura è invece ubicato il Palazzo Beppe Montana, sede della Questura di Agrigento. La visita al Palazzo della Prefettura rappresenta un momento importante per le Giornate FAI di Primavera in quanto si apre un luogo ricco di storia e di cultura che difficilmente è visitabile dal cittadino o dal turista. In aggiunta si consideri la visita organizzata all’alloggio privato del Prefetto, riccamente arredato di mobili e affreschi risalenti all’Ottocento. La visita è arricchita dalla saletta espositiva della Questura di Agrigento, nell’adiacente palazzo Beppe Montana dedicata all’esposizione di alcuni cimeli storici, caschi, stivali, berretti, e altre apparecchiature che i poliziotti usavano dagli anni ’60 in poi.
Camera di Commercio di Agrigento, Piazza Gallo
Questo edificio dall’aspetto gotico, rappresenta ancora oggi il fulcro della via amministrativa di Agrigento, essendo stato nel passato sede del palazzo municipale. Il Palazzo è stato realizzato poco meno di un secolo e mezzo fa (tra il 1856 e il 1858). Luogo di inestimabile bellezza storico-architettonica nasconde al suo interno dei tesori inimmaginabili al visitatore. Essendo un luogo chiuso al pubblico ha sempre suscitato curiosità e voglia di visita.
Circolo Empedocleo, Piazza San Giuseppe
Fondato nel 1835 per volontà di alcuni notabili agrigentini come luogo di aggregazione, presenta una bella facciata in stile neoclassico con nove semicolonne doriche con timpano e fregio raffigurante l’effigie del famoso filosofo akragantino Empedocle, realizzata su disegno dell’artista Raffaele Politi (Siracusa, 2 settembre 1783 – Agrigento, 10 ottobre 1870). Si segnala la grande sala interna con specchiere d’epoca. E’ stato recentemente restaurato ed è sede di manifestazioni artistiche, culturali e ricreative.
Giardino Botanico – Via Demetra
Nella porzione orientale dell’abitato di Agrigento, a sud della Rupe Atenea ed a poca distanza dal cuore della Valle dei Templi, è presente il Giardino Botanico della Provincia Regionale di Agrigento, notevole esempio di valenza paesaggistica, geologica ed ambientale di elevato pregio; oltre alle rilevanti bellezze presenti in superficie, e facilmente percepibili dal visitatore, quest’area nasconde all’interno del proprio sottosuolo spunti di notevole interesse storico e speleologico. Apertura in collaborazione con la Commissione europea. Questo sito ha beneficiato per la sua conservazione e la sua valorizzazione di fondi europei – Fondo europeo di sviluppo regionale.
Giardino della Kolymbethra – Parco Valle dei Templi
Al giardino della Kolymbethra, angolo ombroso di paradiso dove olivi secolari prosperano generosi e dove gli agrumi inondano la valle dei templi coi loro profumi per riscoprire il paesaggio agrario e naturale del parco della valle dei templi, si potrà passeggiare sugli antichi sentieri, tra gli alberi di agrumi dagli straordinari colori, forme, e profumi. laboratori didattico-ricreativi per i più piccoli: sabato 26 con creare con l’argilla, domenica 27 costruiamo il nostro alveare (attività indicata per i bambini dai 3 ai 12 anni). il racconto della Kolymbethra visita guidata del giardino in italiano e in inglese. visita agli ipogei (o acquedotti feacei), la monumentale opera dell’architetto feace che risale al v secolo a.c., lungo un percorso che si sviluppa nel sottosuolo per circa 185 metri. ai visitatori forniamo caschetti di sicurezza con lampada frontale per vivere questa splendida avventura in sicurezza.
Tempio di Vulcano – Parco Valle dei Templi
Il tempio di Vulcano (in greco Efesto) sorge sulla collina a Ovest dell’odierno giardino della Kolymbetra, che lo separa dall’estremità Sud-ovest della collina dei Templi e dal santuario delle Divinità Ctonie. In ordine cronologico è l’ultimo dei templi agrigentini poiché risale alla fine del V secolo a.C. La leggenda narra che il tempio può dirsi intitolato a Vulcano, per il fatto di essere vicino al lago che fece dire fandonie sull’olio galleggiante sull’acqua non solo agli antichi ma anche ai moderni scrittori. Efesto, che i romani identificarono con Vulcano, era il dio del lavoro e dell’industria. Brutto e zoppo sposò Venere, che gli fu infedele. Aveva un’officina sotto il monte Etna, dove, aiutato dai Ciclopi, fabbricava i fulmini a Giove.
Favara
Biblioteca Barone Mendola
Situata in pieno centro storico, nella centralissima Piazza Cavour, questa Biblioteca-Museo rappresenta uno dei luoghi più cari ai favaresi.
Negli anni ’80 del sec. XX l’elegante palazzo neoclassico è stato barbaramente restaurato e deturpato all’esterno con l’introduzione di infissi di metallo e plastica e con la stesura di anacronistico intonaco sulle superfici lapidee dei muri, sulle modanate, colonne ed elementi architettonici vari. Alcuni libri recano, sul frontespizio, il marchio di possesso del Barone. Si trovano numerosi esemplari rari, tra cui “Antichità siciliane del Pancrazi”, del “700, in folio, con copertine in cartapecora; un rarissimo Sicilia antiqua del Cluverio, del “600; l’intera Enciclopedia francese di Diderot e di D’Alambert, in folio, con l’elegante carattere disegnato dal tipografo inglese Baskerville, considerato tra i migliori del XVIII secolo. Il gioiello più prezioso all’occhio del bibliofilo è senz’altro il libro sul duomo di Monreale, stampato nel 1859. Dei 14 mila volumi esistenti nel Loculus nel tempo in cui viveva il barone Mendola, oggi ne sono rimasti 8 mila.
Castello Chiaramontano – Il volto di Sofia
Ubicato in pieno centro della città di Favara, il Castello venne eretto per volontà di Federico II di Svevia nel 1239 come residenza di caccia.
La mostra “Storie sepolte”, allestita al Castello, descrive gli scavi della necropoli di contrada Scintilia. Un viaggio virtuale che racconta una storia millenaria. È quella di “Sofia”, una donna favarese vissuta seimila anni fa, il cui volto è stato ricostruito dagli studiosi e mostrato al pubblico . La ricostruzione craniofacciale è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto di antropologia forense dell’Arcadia University di Philadelphia.
Human Forest
A Favara, all’interno della Cultural Park, il museo a cielo aperto della cittadina in provincia di Agrigento apre una nuova sezione: Palazzo Miccichè diventa una foresta. Human Forest sembra dare vita a Eden, l’opera di MOG che vede il verde delle foglie arrampicarsi fino ai tetti irraggiungibili di Palazzo Miccichè. La terrazza, che regala una magnifica vista sull’intera città di Favara, contribuisce con il suo respiro all’idea di rinascita, di volontà di resistere e costruire nuovi mondi e nuove relazioni.